8) Gravesend – William Boyle
All’ottavo posto di questa mia personale classifica ho inserito Gravesend, un libro che ci porta nelle periferie statunitensi, dove regna la polvere, la solitudine, la sofferenza, dove si vive una vita ruvida lontana dagli scintillii dei grandi centri urbani americani.
“Gravesend è un romanzo diretto, asciutto, oserei dire anche avvolgente. Perché si percepisce e si avverte il disagio di ogni singolo personaggio che anima la narrazione, si percepisce il dolore, la sofferenza ma si avverte anche quel fastidio che deriva dall’incapacità di rendere reversibile il destino. Il quartiere di Gravesend, infatti, è popolato da persone grigie, tetre, impolverate, perdenti: persone che hanno voglia di lottare, che sono alla ricerca del riscatto ma che tuttavia rimangono costantemente impantanate in quel fango dal quale vorrebbero uscire ma che sono loro stesse a produrre. Fango che identifica la mediocrità della vita di Gravesend, e che in un certo senso sarà proprio l’elemento che unirà i destini dei quattro protagonisti”.
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“Gravesend” di William Boyle, edizioni Miminum Fax.