1) Furore – John Steinbeck
Al primo posto di questa personale classifica non poteva che esserci Furore. Un libro che si incolla sulla pelle, perché Steinbeck è un vero e proprio maestro della narrazione.
“Furore è un capolavoro, definizione troppo spesso utilizzata in modo improprio. E lo è perché Steinbeck non solo diventa cronista di un’epoca storica, raccontando le lotte di classe e le storture di un sistema che badava solo ai profitti, ma lo fa dipingendo uno a uno ogni essere umano che entra nella narrazione, in modo vivido, reale, veritiero. La caratterizzazione dei personaggi è un’opera perfetta: ognuno col suo profilo ben definito, con la sua evoluzione, con la sua storia e le sue reazioni. Ci si ritrova dunque a vedere i Joad mentre si muovono, ed è possibile quasi vedere i gesti, il modo di parlare, finanche le espressioni di quei volti induriti dalla povertà ma al contempo ammorbiditi da una costante, immancabile, umanità. Perché sebbene poveri, questi emarginati della società sanno fare comunità, conoscono il valore della memoria, il sapore del cameratismo”.
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“Furore” di John Steinbeck, edizioni Bompiani.