9) Nulla si perde – Cloé Mehdi
Al nono posto ho inserito l’interessantissimo esordio letterario della giovane scrittrice francese Cloé Mehdi, che con “Nulla si perde” si inoltra nelle banlieue francesi per raccontare una storia di degrado, ingiustizie e ribellioni.
“Nulla si perde è un romanzo aspro, duro, scomodo. Perché si parla di ingiustizia sociale, di dolore, di suicidio, di cliniche psichiatriche. Di un passato che quando torna ingurgita tutto, diventando un tritacarne dal quale è quasi impossibile sottrarsi. Un libro con una sfumatura crescente di noir che indaga sull’individuo, sui rapporti interpersonali, sulla voglia di vivere e di morire, sull’idea di giustizia che viene dal basso. E lo fa in maniera diretta, cruda, con quella franchezza che spesso solo le periferie sanno avere”.
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“Nulla si perde” di Cloé Mehdi, edizioni E/O.