A Garamond Type

“Tequila bang bang” di Veronica Pivetti: recensione libro

Leggere di Louboutin tacco 13 quando si ha una brutta distorsione alla caviglia provoca un duplice brividino: il sollievo di non indossarla e l’impellenza di poterlo ancora fare presto.

Un giallo comico

È esattamente quello che ho provato con questo secondo romanzo di Veronica Pivetti (in precedenza ha scritto due libri autobiografici e un romanzo erotico comico), Tequila bang bang – un giallo messicano, che sia dal sottotitolo sia dal colore della copertina sia dal fatto che sia edito da Mondadori appartiene inequivocabilmente al genere Giallo. Un giallo comico: si ride tanto perché è divertente, ironico, scanzonato come la sua autrice. Ma la storia gialla c’è, eccome, e sconfina spesso e volentieri nello splatter con fiumi di sangue, morti ammazzati male con cervelli spappolati, dita troncate, occhi infilzati con il ben noto tacco affilato delle famose scarpe sopra citate, e cellulari non intercettabili come il Nokia dell’autrice, da cui ha preso le mosse questa storia.

A ben vedere però, e come afferma il critico letterario Piero Dorfles, il Giallo non è un genere letterario, bensì un modo di guardare la realtà, una sorta di indagine filosofica sull’uomo, sulla società, sulle rotture degli schemi e su come stare dentro gli schemi. Questo romanzo offre parecchi spunti di riflessione in tal senso, suggerendo soprattutto che declinare la vita come una commedia può rendere più facile viverla.

Un libro esagerato senza pregiudizi

È un libro senza pregiudizi, esagerato, fantasioso ma molto credibile e non arbitrario, frutto di un grande lavoro di documentazione. Perché la storia si muove tra l’Italia, il Messico, Marsiglia e la Cina, tra narcotrafficanti efferati e sgangherati, con tre protagonisti assoluti (Jole, ex ballerina del Crazy Horse, “incantevole e fragile”; sua madre aka Maleficent, cattiva e stronza; la sua migliore amica che è anche il suo ex marito) e una schiera di comprimari ben caratterizzati, cani compresi, che scoprono che l’amicizia è l’antidoto alla solitudine che li accomuna e a cui non si fa fatica ad affezionarsi.

La lingua

Le 480 pagine scorrono ridendo e sorridendo, impreziosite da una lingua forbita, che seppur ricercata sa rimanere semplice (le parole hanno molta importanza per l’autrice che ha sempre vissuto in mezzo ai libri, suo nonno materno era il linguista Aldo Gabrielli, padre dell’omonimo dizionario), da tratti di metanarrazione che aumenta l’ironia, e da ben riuscite descrizioni di luoghi e di persone infilate sapientemente tra una droga stratosferica e un chihuahua con il tutù.

Dopo anni di tormenti e domande senza risposta, emergevano un colpevole, una macchinazione e un corpo del reato, proprio come nei romanzi gialli. Emergeva, insomma, quello che Elia cercava da una vita e che, ora, non era affatto contento di aver trovato. Le risposte che riceviamo quando siamo vecchi sono delle beffe, pensò, sbuffando una corposa nuvola di fumo, e non risolvono un cazzo; in compenso, avvelenano il sangue. E tutti a dire che la verità è importante, che va cercata a qualunque costo. Ma scoprire di essere stati fottuti quando non c’è modo di riaprire i giochi sembra più una crudeltà che un diritto. Se, quando sei cascato in fondo al burrone, ti calano una scala troppo corta e sporca di merda, non vale, sintetizzò, abbattuto.

Tequila bang bang” di Veronica PivettiMondadori. A Garamond Type.

Laura Busnelli

Commercialista “pentita”, ho maturato anche un’esperienza pluriennale in Sony. Lettrice appassionata e tuttologa, all’alba dei quarant’anni mi sono scoperta scrittrice, dopo essermi occupata di correzione bozze ed editing. Sono stata una libraia indipendente per tre anni, saltuariamente faccio ancora incontrare libri e lettori con grande gioia. Operatrice culturale, modero spesso eventi e racconto il mondo dei libri anche online, tengo una rubrica su libri a tema animali su RadioBau & Co. (web radio del gruppo Mediaset) e collaboro con l'associazione culturale "Librai in corso" nell’organizzazione di eventi e in corsi a tema. La mia rubrica qui si chiama "A Garamond Type" perché il Garamond è il carattere adottato per quasi tutti i libri italiani e Type sta sia per carattere, font, sia per tizio. E la tizia sarei io.

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