6) Vite che non sono la mia – Emmanuel Carrère
Al sesto posto un libro che oserei definire completo: perché Emmanuel Carrère in Vite che non sono la mia parla di tutto, cioè di vita, di morte, di dolore, di sofferenza, di paura di perdere. Una lettura straordinaria.
“Ho particolarmente apprezzato la lucidità con cui Carrère tratta argomenti difficili come la paura della perdita, l’estrema sofferenza di chi ha perso, la morte. Perché in questo libro non c’è la spettacolarizzazione del dolore, né la ricerca del sensazionalismo o del colpo a effetto per inchiodare il lettore sull’albero della pietà. La narrazione non ha l’obiettivo di spiegare cosa sia il lutto, che è qualcosa più grande di noi, ma semplicemente di descriverlo, di narrarlo, mettendoci davanti all’estrema fragilità della vita, e ne risulta una lettura profonda, intensa, coinvolgente e sì anche dolorosa”.
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“Vite che non sono la mia” di Emmanuel Carrère, edizioni Adelphi.