Una vita violenta – Pierpaolo Pasolini
Il romanzo racconta la vera storia della vita breve, vissuta con passione, di Tommaso Puzilli, un giovane sottoproletario dei sobborghi romani. I piccoli furti, i rapporti con omosessuali, i vagabondaggi notturni, fino alla tragedia finale: il ritratto di un gruppo che vive al di fuori di ogni ordinamento sociale che lo possa condizionare. Pubblicato per la prima volta nel 1959, questo libro venne giudicato dalla critica uno dei romanzi più importanti del dopoguerra. Lungi dal servire effetti coloriti e pittoreschi, il gergo fu utilizzato qui da Pasolini per dare una rappresentazione “lucida e spietata, delle persone e degli atti, dell’ambiente e delle fatalità” (Carlo Emilio Gadda) delle borgate romane. Prefazione di Giuseppe De Robertis.
Incipit: “Tommaso, Lello, il Zucabbo e gli altri ragazzini che abitavano nel villaggetto di baracche sulla Via dei Monti di Pietralata, come sempre dopo mangiato, arrivarono davanti alla scuola almeno una mezzoretta prima. Lí intorno c’erano già però pure altri pipelletti della borgata, che giocavano sulla fanga col coltellino. Tommaso, Lello e gli altri si misero a guardarli, accucciandosi intorno, con le cartelle che strusciavano sulla fanga: poi vennero due o tre con una palla, e gli altri buttarono le cartelle sopra un montarozzetto, e corsero dietro la scuola, nella spianata ch’era la piazza centrale della borgata. Lello e uno che abitava al Lotto secondo, lí accanto, buttarono le dita per dividersi. A Tommasino invece non gli andava di giocare, e si mise a zezza con altri due tre per terra, a guardarsi la partitella”.
“Una vita violenta” di Pierpaolo Pasolini, Edizioni Garzanti.