Georges Simenon, dopo un accurato lavoro di preparazione, scriveva i suoi romanzi in undici giorni. Mi piacerebbe essere così bravo da impiegare lo stesso numero di righe per presentarvi questo libro, ma non lo sono, e temo che me ne servirà qualcuna in più.
“Le signorine Concarneau” di Georges Simenon
Pregno di umidità e salsedine questo capolavoro di Simenon. Un’umidità che si condensa sui vetri di questa piccola comunità bretone, si muta in gocce e inizia a scivolare sul piano inclinato del Tempo. Una salsedine che corrode, ma allo stesso tempo cristallizza, rapporti che non possono sottrarsi alla tirannia del Destino. Ma anche, e soprattutto, l’indimenticabile figura di Jules Guérec, uomo bambino, abile nell’imporre la propria volontà al mare, ma del tutto incapace a sottrarsi alle burrasche scatenate dalle tre sorelle che gli fanno da madre.
Un romanzo breve, che trae la sua straordinaria forza narrativa proprio dalla misura. Non una parola di troppo per fare del lettore lo spettatore di un dramma che cuce assieme sensi di colpa e amori illusori, entrambi inani nell’opporsi al Fato, vero protagonista del romanzo. Quasi un maligno Deus ex machina, che fin dalle prime pagine, invece che nelle ultime, cala in scena e imprigiona i protagonisti nella morsa delle loro grigie maschere esistenziali.
Uno dei romanzi più amari del maestro belga, uno dei più indimenticabili.
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“Le signorine di Concarneau” di Georges Simenon, Adelphi Edizioni. I libri di Riccardo