Le idee spesso si incuneano in testa senza vedere mai il sole. Gli è negato il giorno. Arrivano sia nelle ore di luce che in quelle senza ombre. Arrivano se la mente è in movimento, un trattore acceso anche quando è a folle.
In L’isola che non c’era di Leonardo Bonetti viaggi nella dimensione che conosci e in quella che ti è oscura, ignota. Su un’isola, riemersa dalle acque e da un libro segreto che ne raccontava la storia e la leggenda, conosci il valore della parola, soprattutto scritta, e della felicità velata. La libertà, quella sta in ciò che desideri e ottieni con le idee. E Leo, il protagonista, lo avverte passo dopo passo, respiro dopo respiro. Sull’isola la tristezza è vento freddo. È minacciosa, tutti la sentono ma ognuno la rifiuta tranne chi è riuscito a conoscere veramente se stesso e non ha paura per se, ma ha lo scopo di proteggere i nuovi occhi.
Delicato lo stile narrativo. La prosa è pulita, fluida, armoniosa. La storia è intimistica, introspettiva. Lo scrittore ha molta cura del lettore in un racconto che fa da faro.
“L’isola che non c’era” di Leonardo Bonetti, Edizioni Il ramo e la foglia. Dream Book.