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“La morte della romanziera” di Marcella Formenti: recensione libro

Dinanzi a certi libri ti fai piccolo piccolo. Comprendi appieno come la maestria dello scrittore sia un talento. Una bravura che viene dalla mente esercitata al pensiero. che poi si trasferisce tra le dita. Mani che sanno scrivere. Non è assolutamente facile riuscirci.

Certo, non è un rebus, uno stratagemma oppure una finzione. Nossignore. È la capacità di saper dire, di raccontare una storia, di srotolarla con destrezza. Padroneggiare le parole e usarle nel miglior modo possibile appartiene a pochi. Bisogna averne cura, proteggerle, alimentarle. Sentirle vive come respiri, ascoltarle nell’intimo di un’ispirazione tormentata. Saranno pietre, schegge e silenzi. Il lettore le accoglierà tutte, grato dell’abilità dello scrittore. Vorrà essergli amico per non sentirlo lontano dopo essere arrivato all’ultimo punto. Il distacco dalla narrazione sarà difficile. Avrà, però, la gioia nel cuore nell’aver fatto proprio un libro che gli ha lasciato più di quanto lo scrittore avesse mai immaginato. Certi romanzi saranno tuoi. Vivranno con te, te li porterai appresso sempre. Li cercherai, addirittura, quando ti sentirai perso, estraneo con te stesso. Saranno la tua estate, l’abbraccio forte di voci che l’autore è riuscito a consegnarti come un dono. Questo e molto altro è La morte della romanziera.

In La morte della romanziera di Marcella Formenti entri in una storia incredibile. Palermo, 1949. Tindara Persichini, la guaritrice, è morta. La gente è incredula. Il suo decesso per il fratello Bernardo, deputato del Partito Socialista, è da addebitarsi ad un omicidio. Per il popolo Tindara, la romanziera, è una santa. La sua storia è fatta da miracoli che la Chiesa ha approfondito senza venire a capo di nessuna furbata da parte della guaritrice. Rosario Granata, ispettore capo di Palermo, avvia le indagini sollecitate dall’onorevole. Il caso non è semplice. Quando arriva ad un punto se ne sgretolano altri. Lui, cagasotto, si è impelagato in una situazione torbida, intricata di guai. Attorno alla romanziera ruotano pezzi grossi della società. Persino il famoso bandito, Salvatore Giuliano, ha a che fare con la guaritrice.

Il romanzo è straordinario. La storia è avvincente, cattura il lettore da subito. La scrittura ha un peso formidabile in ogni sua pagina. Il lettore vede e sente tutto, anche i sospiri. L’autrice lo guida con incredibile maestria in un racconto che fa male.  

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“La morte della romanziera” di Marcella Formenti, edizioni Morellini.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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