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“Laetitia o la fine degli uomini” di Ivan Jablonka: recensione libro

Nella notte fra il 18 e il 19 gennaio 2011 a Pornic, una piccola città francese sulla costa della Loira Atlantica, Laetitia Perrais, una giovanissima ragazza, viene rapita ed uccisa. Il fatto di cronaca sconvolge una parte di Francia povera e lontana dalle bellezze della capitale Parigi, o dalle eleganti Lione e Bordeaux.

Jablonka, tuttavia, decide di non seguire il delitto di Laetitia in maniera lineare, parlando solo delle indagini, dei sospettati, del crimine in sé per sé, ma sceglie di andare a ritroso nella vita della giovane assassinata, e della sorella gemella, Jessica, che è ancora in vita.

Così si alterna un capitolo sul passato delle gemelle Perrais a un capitolo sugli sviluppi dell’indagine sul femminicidio. Scopriamo che dietro quello che sembra un semplice delitto, una sfortuna, una serata storta, in realtà c’è un’enorme impalcatura fatta di assenze, di dolore, di abusi e di problemi.

Di pagina in pagina vengono a galla i segreti dell’infanzia e della breve adolescenza delle ragazze e si denuncia il modo in cui lo stato francese gestisce i casi di affidamento. Due gemelle continuamente sballottate da una situazione peggiore all’altra, fino all’illusione della stabilità. L’arrivo, appunto, a Pornic, nella famiglia Patron.

Quando Jessica e Laetitia sembrano sbocciate, pronte ad affrontare la vita, arrivano i fantasmi del passato, così si arriva al delitto, alla morte di Laetitia. La fine.

Un’immagine tratta dal set di “Laetitia”. Una serie tv francese che si ispirerà al romanzo di Jablonka.

Laetitia…e Sarkozy

Jablonka dedica una corposa parte del libro (una decina di capitoli) ad approfondire il modo in cui il delitto Laetitia sia stato trattato con incredibile ingordigia dai media francesi, sul come si crei un caso di cronaca nera ma soprattutto come questo venga poi sfruttato a livello politico.

Nelle settimane successive all’assassinio, infatti, l’allora presidente della repubblica francese Nicolas Sarkozy irruppe incolpando del delitto la magistratura, a suo parere colpevole di aver lasciato a piede libero l’assassino di Laetitia. La risposta dei magistrati fu uno sciopero che fece scalpore.

Nel frattempo una famiglia distrutta e lacerata dalla continua presenza dei reporter sotto casa aveva la flebile speranza di poter ritrovare Laetitia viva, chissà dove.

Considerazioni finali

Jablonka in qualche modo si aggancia al grande filo del true crime di cui abbiamo parlato in particolare nella recensione di “A sangue freddo” di Truman Capote. È difficile essere Capote, per questo l’autore ci ha messo molto del suo evitando l’imitazione, andando a ricercare le ragioni dell’abbandono di Laetitia, scartabellando carte e studiando a fondo il metodo di affido e di controllo delle vite di questi giovani ragazzi abbandonati a sé stessi nelle peggiori periferie dei loro paesi.

Quello che ne viene fuori è un libro che narra, analizza e studia non solo un caso di cronaca nera, ma un’enorme serie di problemi che ci riguarda tutti: l’ossessione delle TV per i delitti, l’utilizzo che ne fa la politica per puri fini propagandistici, la burocrazia che rallenta tutto e permette a possibili assassini di tornare liberi, la burocrazia – ancora – che non sa gestire un caso di affido.

Dei problemi che, in questo libro, riguardano la Francia, ma che sono terribilmente attuali anche nel nostro paese.

“Laetitia o la fine degli uomini” di Ivan Jablonka, edizioni Einaudi. SegnaLibri

Benedetto Greco

Giornalista pubblicista e graphic designer. Mi occupo principalmente di sport, amo perdermi nei libri, comprarne di nuovi, vederli vicini a me, e farmi abbracciare dalle loro storie.

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