Leggere con Gusto
Leggere con Gusto pone l’attenzione su un connubio molto antico: quello esistente tra i Libri e il cibo. Dalla mela del peccato originale nelle Sacre Scritture, ai banchetti dell’Odissea, ai Vangeli che descrivono l’ultima cena di Gesù. Continuiamo a trovare il cibo negli scrittori della Roma imperiale, in Dante, Boccaccio, nelle abbuffate seicentesche di Gargantua di Rabelais, nelle osterie descritte dal Manzoni ed in tanti, tanti altri libri sino ad arrivare ai giorni nostri.
Il cibo è una componente fondamentale della letteratura e, quindi, della storia degli esseri umani. In tutte le letterature troviamo riferimenti al cibo, all’arte del cucinare, alle ricette. Il cibo è utilizzato per descrivere epoche e culture diverse, per create ambientazioni, per caratterizzare i personaggi. E, soprattutto nella letteratura moderna, diventa esso stesso personaggio (basti pensare agli arancini di Montalbano).
In anni recenti, il cibo è stato accostato oltre che alla letteratura, ad altre espressioni artistiche – pittura, musica, architettura – da gastronomi di livello come Gualtiero Marchesi e Pietro Leeman, considerati “sacerdoti laici” della nuova “religione” dei consumatori colti, attenti alla qualità degli ingredienti ed al valore degli alimenti naturali. Marchesi ha scritto che “la cucina, attenta, ponderata, colta, sa dialogare con altre esperienze culturali perché è essa stessa cultura”.
In fondo, mentre il piacere di mangiare ci accomuna agli animali, il piacere della tavola appartiene agli esseri umani in quanto il cibo non corrisponde soltanto ad una necessità fisica ma anche al piacere del palato e, soprattutto, alla convivialità.
Il rapporto letteratura – cibo non fa altro che confermarci che leggere e mangiare sono un grande piacere che migliora la qualità della nostra vita.
Leggere con Gusto è una rubrica che dunque si occuperà di indagare sul rapporto tra il cibo e la letteratura.
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