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“Un anno quasi perfetto” di Giacomo Visconti: il coraggio di sognare

Ognuno di noi, durante il suo percorso di vita, si trova ad affrontare sfide e ostacoli che, non di rado, hanno il volto di chi dovrebbe, più di tutti, sostenerci. Si cade, tentando di rialzarsi più forti e consapevoli. Si guardano in faccia le proprie immancabili paure cercando di sconfiggerle. Con tenacia, perseveranza e un pizzico di sana follia, a volte si raggiungono risultati insperati. Dire a se stessi “ce l’ho fatta” è una soddisfazione che non ha eguali.

L’adolescenza è un tratto di strada pieno di montagne russe, di piccole e grandi battaglie da combattere, di lacrime miste a risate. Stupore, rabbia, vergogna e un grande desiderio di farcela sono emozioni che albergano costanti dentro di noi. Sognare nonostante tutto, alimentare i propri desideri con passione e accorgersi che, in fondo, non sai di sapere fare qualcosa finché non la fai.

All’alba della grande pandemia del 2020, il professor Alessandro Laghi vince la cattedra per insegnare in un liceo scientifico di Roma. Con un po’ di emozione, e tanta gioia mista ad apprensione, Laghi si trasferisce da Bologna nella capitale.

Il professor Laghi, però, non è il classico docente che arriva in classe, si siede alla cattedra, apre il libro e spiega la lezione. Alessandro Laghi è giovane, armato di una sacra passione per la letteratura. Nel suo anno quasi perfetto di insegnamento riesce a instaurare un rapporto di reciprocità con i suoi alunni, in un dare e avere il quale niente ha a che fare con la ragioneria ma che regalerà risvolti imprevedibili dietro e davanti la cattedra.

Alessandro parla ai cuori dei ragazzi e delle ragazze, non solo alle loro menti. E lo fa con sensibilità e rispetto, ma soprattutto con una grande empatia. Ciò gli permette di accarezzare le loro paure, trasmettendo a essi nuova forza e maggiore sicurezza.

Ma non sono solo Marco, Edoardo, Serena, Paolo e gli altri a imparare. Egli stesso porta a casa insegnamenti preziosi i quali arricchiscono il suo animo già pronto a donare di nuovo.

Ai suoi studenti Alessandro un po’ avrebbe cambiato la vita. E grazie a loro si sarebbe trasformata la sua, come prevede la natura di ogni relazione.  

Ogni giorno, anche quando sarà costretto all’insegnamento a distanza, il professor Laghi riuscirà a conoscere un po’ di più i suoi alunni e le sue alunne. Essi/e troveranno in lui un confidente, un libro sempre aperto per saziare la sete di conoscenza, una persona disposta ad ascoltarli senza giudicarli. Un uomo che va oltre i loro occhi a volte spenti, che riesce a capire il non detto e a tendere una mano in modo discreto. Non solo. Alessandro riuscirà a comunicare anche con i genitori, spesso fermi sulle proprie posizioni perché convinti di conoscere i figli e le figlie ma impauriti anch’essi, in difficoltà nel riconoscere errori e pregiudizi i quali, spesso, creano barriere ardue da superare.

Spesso sono proprio le cose nascoste, quelle che gli occhi non vedono, a diventare fin troppo visibili, a farsi notare più delle altre, a irrompere con tutta la loro potenza fino a far male.

Con un linguaggio semplice e diretto, attraverso riflessioni e modi di dire della nuova società, Giacomo Visconti, insegnante oltre che scrittore, ci narra una storia la quale affronta tematiche attuali con delicatezza e conoscenza del suo dire.

“Un anno quasi perfetto” è un libro che non ha la pretesa di insegnare nulla se non il rispetto tra le generazioni e la voglia di conoscersi, al di là di sciocche convinzioni. È un libro che fa sorridere e riflettere, dove la persona è messa al centro del proprio mondo per poi relazionarsi in modo sano e consapevole.

La scuola è, indubbiamente, una palestra di vita: rifugio a volte, luogo ostile altre. A scuola si va per imparare, per capire qualcosa in più di sé e degli altri, per confrontarsi. Per divertirsi, anche. Nelle aule scolastiche si vive un pezzetto di storia personale. Si esulta, ci si arrabbia per un brutto voto, ci si innamora del compagno o della compagna. Si piange per le prime delusioni. E nel futuro che ci vedrà donne e uomini più o meno realizzate/i, i ricordi delle esperienze vissute tra i banchi ci faranno compagnia velando, forse, con un po’ di nostalgia, i nostri passi ormai incerti.

Giacomo Visconti è nato a Bologna dove si è laureato in Lettere Moderne con una tesi sulle patologie dell’Inferno dantesco. Si è poi laureato in Italianistica, con una tesi sulle Epistole di Petrarca. Infine, si è diplomato come Archivista di Stato. Vive a Roma dove insegna alla scuola secondaria. 

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“Un anno quasi perfetto” di Giacomo Visconti, Rizzoli  Vivere leggendo

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