“La bambina dagli occhi d’oliva” di Davide Grittani: l’altro lato della borghesia.

“LA BAMBINA DAGLI OCCHI D’OLIVA” di Davide Grittani
(Arkadia editore, 183 pagine)
Che bella scoperta Davide Grittani! Scrive bene, maledettamente bene!
Prendete una città (in questo caso Roma, benché mai citata), prendete un suo quartiere “bene” con i suoi abitanti, figli del boom economico abituati ad avere tutto… anche quello che non si può (e non si deve), poi entrate in un appartamento di questi condominii e scoprite cosa si nasconde sotto la carta da parati.
Grittani ci mostra l’altro lato della borghesia, quella cieca, sorda e troppo occupata a far finta che vada tutto bene, per poter ascoltare il grido di aiuto di un’infanzia profanata.
“Signora maestra!”
Ci mostra una società ormai in caduta libera, popolata da uomini che, inebetiti, si giocano il futuro nelle slot.
Ci mostra come il senso di colpa non cada mai in prescrizione.
E come si possa uccidere qualcuno semplicemente “non salvandolo abbastanza“.
“Non potevo saperlo, ma la scena di noi due che sbucciamo il muro di una casa putrescente mi avrebbe perseguitato per molto tempo, perché più pericolosa della vita c’è solo la mano di vernice sotto cui proviamo a nasconderla.”
Tensione emotiva altissima durante la lettura di questo romanzo, grazie alla capacità dell’autore di creare un’atmosfera densa, piena di chiaroscuri, di presentimenti, generando un sottile malessere, un’inquietudine non ben identificata che ti si appiccica addosso perché senti l’odore del Male, dell’orrore, prima ancora di poterlo vedere.
Tutti coloro che vivono e si muovono all’interno di queste pagine hanno dentro un malessere, un male di vivere che non li lascia mai.
Assistiamo alla metamorfosi di Sandro Tanzi, protagonista del libro, da ragazzo inetto e privilegiato che non ha mai dovuto sudare nella vita, incapace di prendersi cura di alcuno all’infuori di se stesso, a uomo che si prende carico di colpe non sue, come per espiare un peccato che gli è stato lasciato in una sorta di dannata eredità.
“Non so occuparmi di nessuno, di nessuno altro oltre me.”
“Eppure non sembri così crudele”
“Lo dici perché sei gentile. In realtà sono più che crudele, sono solo.”
Una scrittura che coinvolge, ricercata e introspettiva, calda e cruda insieme, spietata pur senza perdere la tenerezza.
Un romanzo che è ritratto sociale innanzitutto, capace di dire molto di più di quel che è scritto, capace di demolire la facciata di un certo tipo di esistenze e ricostruire sulle macerie, anche se ad un prezzo altissimo.
“Ogni ricostruzione impone lo sgombero di ciò che siamo stati”.
Bellissimo!
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“La bambina dagli occhi d’oliva” di Davide Grittani, Arkadia editore . Un libro tra le mani.