Lo stato passivo, nella procedura fallimentare, è tecnicamente l’atto con cui i creditori che partecipano alla ripartizione del patrimonio del debitore vengono individuati e ordinati con il fine di ricevere la dovuta liquidazione. Per chi non mastica il linguaggio giuridico, tuttavia, lo stato passivo rimanda concettualmente a una situazione di inattività, voluta o forzata, che dà l’idea di immobilismo, di impotenza, in un certo senso anche di sconfitta.
“Chi può dire di non aver mai conosciuto l’esperienza di un fallimento? Chiunque, almeno una volta nella vita, ha visto crollare davanti a sé tutto quello che aveva progettato con cura. Cerri pensava che il fattore davvero rilevante non fosse l’episodio del fallimento in sé ma, piuttosto, il modo in cui questo veniva affrontato e gestito”.
Ed è proprio il duro colpo della sconfitta che dovrà incassare e smaltire Jacopo, il protagonista del romanzo di Sebastiano Martini, un ristoratore costretto a chiudere l’attività per l’impossibilità di saldare i debiti contratti. Contattato da un curatore fallimentare, un noto e famoso avvocato fiorentino, Jacopo si ritroverà a barcamenarsi tra disperazione e istinto di sopravvivenza, con il tentativo di riuscire a ribaltare una situazione che lo travolge sia a livello professionale che nella vita privata.
“Alle otto del mattino Firenze era ancora sonnacchiosa, pigra, come una bella donna, non più giovanissima, che si rigira nel tepore del letto per rimandare il momento di farsi il trucco e affrontare la società”.
Ambientato nel centro storico della splendida città di Firenze, Stato passivo di Sebastiano Martini è un romanzo piacevole, caratterizzato da una scrittura semplice ma decisamente diretta, con uno stile che mira a creare empatia tra protagonista e lettore. Un romanzo breve che racconta una storia di estrema attualità, nella quale il lettore può immedesimarsi e riconoscersi.
“Stato passivo” di Sebastiano Martini, edizioni Ensemble. Libri in Pillole.