“La storia è interamente vera, perché io me la sono inventata da capo a piedi”. Così Boris Vian parla del suo romanzo, e non esiste definizione migliore, perché all’interno delle sue pagine vi è racchiusa una storia che ha tutte le caratteristiche del verosimile fantastico.
Ne La schiuma dei giorni i protagonisti sono molteplici: Colin, giovane ricco ma annoiato il cui desiderio più grande è quello di innamorarsi; il suo amico Chick, uno squattrinato che ha una smodata passione per le opere, e non solo, di un filosofo esistenzialista di nome Partre; c’è Nicolas, il cuoco personale di Colin nonché zio di Alise, una delle ragazze che piomba nella storia insieme a Chloé, donna che gradualmente assumerà un ruolo centrale. Personaggi che si presentano freddi, quasi distaccati, ma che poi progressivamente acquistano colore, emozioni, trascinati soprattutto da un elemento imprescindibile: l’amore.
La visione anticonformista della società
Come accade sul palcoscenico di un teatro questi personaggi si alternano, si scambiano, prendendo in mano l’intreccio come fosse una staffetta: ed è qui la genialità di Boris Vian, che in ognuno di loro fa emergere una visione anticonformista e di totale rifiuto dei principi imposti dalla società.
“Perché ci disprezzano tanto?” domandò Chloé. “Non mi sembra che lavorare sia poi così bello…”.
“A loro hanno raccontato così” disse Colin.
“Bisogna rompere questo circolo vizioso, che nessuno paghi più le tasse per un po’ di tempo e I funzionari moriranno tutti d’india e la guerra non esisterà più”.
Ma non solo. Nell’intreccio entrano anche topi che si comportano quasi come fossero esseri umani, crocifissi parlanti, case che si restringono, e anche qui il tocco dell’autore è delizioso: non esiste una linea netta che separi il reale dal surreale, perché è un insieme che viene disegnato e srotolato come un’entità unica, in cui finzione e realtà si mescolano senza mai dare punti di riferimento.
Come se non bastasse la storia in sé anche il finale è sorprendente e, ancora una volta, geniale, tanto da lasciare con un sapore in bocca che, per essere capito, deve essere lasciato decantare.
“La schiuma dei giorni” di Boris Vian, edizioni Marcos y Marcos