“Le sette fate di Youssef” di Linda Scaffidi: credere nei propri sogni

È difficile nascere e crescere in un Paese che si considera proprio ma vivere con la costante paura di essere sradicati da quel contesto familiare per essere portati in tutt’altro luogo. Un luogo che si conosce solo per i racconti di un genitore il quale, le proprie origini, non ha mai dimenticato e vuole, a tutti i costi, riappropriarsene. Vivere ogni giorno nell’attesa di una lettera che tutto potrebbe cambiare, getta nel terrore anche la semplice azione di addormentarsi la sera. Si è consapevoli che il mattino dopo si potrebbe dover essere costretti ad abbandonare un presente che promette un futuro di soddisfazioni e realizzazione personale, in cambio di uno spazio e di un tempo che promettono, invece, solo fatica e sofferenza. È in questa altalena di stati d’animo differenti che la vita di Youssef va avanti, giorno dopo giorno.
Siamo a Palermo, negli anni Novanta. Youssef è un ragazzo di origini marocchine, ma nato e cresciuto in Italia. Anche sua madre è nata in Italia, così come la sorella di Youssef. Solo il padre, Alì, ha conosciuto la terra d’origine, il Marocco. Una terra che ama con le sue antiche tradizioni, i suoi sapori e i profumi. Una terra che sogna di calpestare di nuovo al più presto e in cui desidera ardentemente trasferire la sua famiglia “italiana”.
Youssef, che si fa chiamare Peppe per comodità, ama Palermo, lo studio, la poesia, la giovane Teresa. Lasciare tutto quello che ha, gli procurerebbe un grande dolore. Ma Alì è un genitore severo, duro, ancorato a vecchie tradizioni e non accetta che venga contrariato. È deciso a tutti i costi a portare moglie e figli in Marocco. L’incontro con un uomo buono e gentile, però, permetterà a Youssef di vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Grazie a lui potrà fare ciò che, invece, è impedito alla madre e alla sorella. Potrà scegliere.
Una storia toccante che si veste di speranza
“Le sette fate di Youssef” di Linda Scaffidi è un romanzo che tocca gli animi. Apre gli occhi su realtà che, a volte, si ignorano o, più spesso, si fa finta di non conoscere. Chi abbandona il proprio Paese per costruire una nuova vita in un altro luogo, lascia dietro di sé parenti, amici, ricordi, una terra amata. È un dolore grande. Pari a quello di chi, in una seconda generazione, nasce in una terra che promette un futuro migliore ma deve scontrarsi con genitori e parenti che faticano ad adattarsi alle nuove abitudini e si ostinano a non volersi integrare, confidando in un ritorno nella propria Patria.
Youssef ama l’Italia che lui considera la sua unica Patria e soffre all’idea di abbandonarla per un luogo ignoto dalle abitudini decisamente diverse. Si oppone con forza al progetto del padre di tornare in Marocco ed è disposto a vivere di privazioni e di incertezze pur di non abbandonare quella che considera la sua vera identità.
L’autrice ci offre un romanzo intenso e pieno di speranza, quasi una favola dove i buoni sentimenti e il reciproco aiuto sono ancora valori in cui credere. La narrazione chiara e scorrevole fa di questo libro una toccante testimonianza e, allo stesso tempo, lo rende un sogno in cui credere.
“Le sette fate di Youssef” di Linda Scaffidi, Fazi Editore, Vivere leggendo



