“Io so perché canta l’uccello in gabbia” di Maya Angelou: recensione libro
Io so perché canta l'uccello in gabbia
“Io so perché canta l’uccello in gabbia” di Maya Angelou è il primo dei sette libri autobiografici in cui la poetessa narra le esperienze della sua vita. La vita di una donna straordinaria, simbolo della cultura afroamericana, attivista in difesa dei diritti civili dei neri d’America e, soprattutto, delle donne.
Nel libro troviamo Maya e suo fratello Bailey che arrivano, ancora bambini, a Stamps, nell’Arkansas, dopo la separazione dei loro genitori. Nel profondo Sud razzista vivono insieme alla nonna, proprietaria dell’emporio del paese, e allo zio. Tra la stanchezza dei lavoratori di cotone e la loro rassegnata speranza riposta in Dio, nel costante terrore delle incursioni dei bianchi del Ku Klux Klan, Maya trascorre la sua infanzia osservando il mondo che la circonda. La scuola, i giochi con il fratello e il primo terribile episodio che segnerà la sua vita. Quando subirà violenza dal compagno della madre, ucciso, subito dopo l’arresto, da uno zio, Maya decide di chiudersi nel silenzio, in un vero e proprio mutismo.
La prima ancora di salvezza, alla quale Maya si aggrappa con tutte le sue forze, sono i libri. Grazie all’attenzione di Mrs Flowers, una donna del paese, la bambina inizia a riflettere sul potere delle parole, sulla necessità di combattere l’ignoranza sentendosi, per la prima volta, un individuo con la propria personalità.
“Piacevo a qualcuno, e questo faceva una bella differenza. Ero rispettata non come la nipote di Mrs Henderson o la sorella di Bailey, ma semplicemente come Marguerite Johnson.”
Maya cresce in fretta.
“A quindici anni la vita mi aveva insegnato senza ombra di dubbio che arrendersi era onorevole quanto resistere, specialmente se non si aveva scelta.”
Non ha paura di affrontare le avversità del vivere quotidiano, di dormire in una macchina, di essere sola ad affrontare il mondo. Queste esperienze le regalano il primo, vero senso di libertà, le permettono di cambiare il modo di pensare, di non cedere alle critiche verso il prossimo. Le insegnano la tolleranza. Ma capisce anche che crescere non era così indolore come si poteva pensare.
Una donna pioniera
La personalità di Maya si rafforza sempre di più. La sua determinazione la porterà a ottenere un lavoro, divenendo la prima bigliettaia di tram nera a San Francisco. Un lavoro conquistato con tenacia e perseveranza, presentandosi giorno dopo giorno presso gli uffici che non vogliono ascoltarla, insistendo e non rinunciando, sostenuta anche da sua madre che la spinge a non demordere.
A 17 anni, Maya Angelou ha un figlio.
La vita della poetessa fu intensa, tormentata ma anche piena di passione e di forza. Scrisse versi molto profondi, a volte pregni di dolore ma senza mai perdere la speranza. Utilizzò tutta la sua determinazione per lottare a favore delle donne e in difesa della sua gente, quasi a volerla riscattare delle atrocità subite a causa della schiavitù e delle persecuzioni razziali.
“Io so perché canta l’uccello in gabbia” è un libro importantissimo nello scenario letterario del Novecento, considerato tra i migliori mille libri di sempre, assolutamente attuale per le tematiche trattate. Un romanzo che trasuda coraggio, forza, consapevolezza, desiderio di rivalsa.
Barack Obama definì Maya Angelou una delle luci più splendenti dei nostri tempi, una donna fenomenale che, con il suo esempio, ci esorta a essere migliori.
Nata a St. Luois nel 1928, Maya Angelou è morta nel 2014 nella sua casa nel North Carolina. Poetessa e scrittrice, è considerata un baluardo della cultura afroamericana. Scrisse romanzi, autobiografie, poesie e nel 2011 è stata insignita della medaglia per la Libertà. Attivista in difesa dei diritti civili delle donne e dei neri d’America, ha affiancato, nelle loro lotte, Malcom X e Martin Luther King.
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“Io so perché canta l’uccello in gabbia” di Maya Angelou, Edizioni Beat Vivere leggendo