Leggi-Mela

“Nella vita dei burattini” di TJ Klune: recensione libro

“NELLA VITA DEI BURATTINI di TJ Klune è qualcosa di inaspettato, per chi ha letto e amato “La casa sul mare celeste” e “Sotto la porta dei sussurri”.

TJ Klune ha la capacità di costruire fiabe contemporanee in cui coesistono semplicità e profondità. Nel suo ultimo libro “Nella casa dei burattini” si ritrova questo suo talento, applicato però ad ambientazioni meno confortevoli rispetto ai due titoli precedenti.

“Non hanno capito cosa stava succedendo prima che fosse troppo tardi. Sono rimasti a guardare a debita distanza mentre noi riscattavamo la nostra eredità e ci prendevamo il mondo prima che non ci fosse più nessun mondo da prendere.

In un futuro distopico in cui le macchine hanno preso il controllo, Giovanni e Victor vivono isolati in una foresta. Padre e figlio, macchina e umano. Insieme a loro, Rambo e l’infermiera Ratched, rispettivamente un robot aspirapolvere logorroico e una caustica assistente sanitaria, attori di piacevoli battibecchi in pieno stile Klune. Un giorno, in una discarica, Victor trova un androide semi distrutto; grazie alle abilità apprese da Giovanni, lo ripara e lo riporta alla vita. Quest’atto di creazione distruggerà tutto, come era stato in passato per Giovanni, ma Victor questo ancora non lo sa. Lo scoprirà quando il loro mondo andrà in pezzi, e il buffo quartetto composto da un umano, un androide, un aspirapolvere e un’infermiera sociopatica si incamminerà verso la Città dei Sogni Elettrici per riprendersi Giovanni.

I libri di TJ Klune sono una coccola: il giovane scrittore con “La casa sul mare celeste” e “Sotto la porta dei sussurri” ha saputo creare ambientazioni confortevoli, in cui pagina dopo pagina ci si sentiva a casa. Con questo libro, Klune ha tentato una nuova via: non c’è un luogo accogliente in cui si muovono i personaggi, ma diversi posti ostili da cui, come lettori, non vediamo l’ora di uscire. Persino una casa in cui i personaggi finiscono nel corso del loro viaggio, un’abitazione bizzarra che avrebbe potuto essere una miniera d’oro per la narrazione tipica di Klune, non assume quei contorni idilliaci sperimentati nella sala da tè di Caronte o a Marsyas. Una scelta inaspettata, di sicuro poco ruffiana, che però crea uno scollamento fra quello che ci si aspetta da un romanzo di Klune e il plauso per aver tentato nuove vie narrative.

Il risultato non mi ha convinta totalmente, complice anche il fatto che motore di “Nella vita dei burattini” è un continuo rimando a Pinocchio, fiaba che mi ha sempre misteriosamente infastidita. Non so cosa non abbia funzionato nella “formula Klune”: se sia colpa dell’assenza della componente “cozy” o del trovarmi tra le mani qualcosa di diverso da quello che mi aspettavo. In ogni caso, i personaggi mi sono arrivati meno e in generale mi è sembrato che la storia non decollasse mai, nonostante si svolgesse in molti più luoghi rispetto alle precedenti.

Nella vita dei burattini resta comunque un libro scorrevole e ben scritto, con un caleidoscopio di temi e affacci sulla realtà e l’identità personale gestiti in modo autentico, senza forzature, aspetto che rimane per me sempre uno dei più vincenti della penna di Klune.

Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The BookAdvisor

“Nella vita dei burattini” di TJ Klune, Mondadori.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio