Amare qualcuno, più di se stessi, non significa proteggerlo. Si possono modificare molte situazioni a favore della persona amata, ma alla lunga si crea, sempre, un clima astioso verso la favorita. Se questo, poi, succede in famiglia le cose si complicano ulteriormente. Gli equilibri, spesso precari, si frantumano innescando invidie a lungo termine. L’acredine cresce come le piante curate quotidianamente. L’astio è un sentimento che si fa spazio quando riempie il vuoto.
In La figlia più amata di Carla Maria Russo entri a gamba tesa nella vita della famiglia di Cosimo I de’ Medici. Il duca di Firenze nutre una spiccata predilezione per le figlie femmine. Non ha ancora diciotto anni quando diventa padre di Bia, nata fuori dal matrimonio e che lui adora immensamente. Un destino avverso e tragico porta Bia alla morte. Cosimo de’ Medici è devastato dal dolore. Poi, trova una ragione per andare avanti quando nasce, da sua moglie Eleonora, Isabella. Il duca la amerà di un amore così profondo ed esclusivo da portarlo ad alimentare gelosie e rancori da parte degli altri figli, soprattutto i maschi. Tutte le donne di casa Medici saranno segnate da un destino avverso per quelle vendette che il duca stesso ha contribuito a suscitare. Il romanzo è sorprendente, tutti i personaggi sono delineati perfettamente, anche i secondari tanto da fare da spalla ai principali. Le loro personalità sono tratteggiate con sapienza. La narrazione è un vero affresco della grandezza e della miseria umana in un Cinquecento di struggenti figure femminili.
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“La figlia più amata” di Carla Maria Russo, edizioni Piemme. Dream Book.