Libri in pillole

“Requiem” di Antonio Tabucchi: recensione libro

La letteratura di Antonio Tabucchi, per me, ha una magia speciale: ha un effetto equilibratore, smussa angoli creando superfici soffici sulle quali si inizia a camminare durante la lettura dei suoi romanzi. Probabilmente in Requiem questo effetto è ancora più marcato, perché l’autore accompagna la sua scrittura con una storia che oscilla tra il sogno e l’allucinazione, in un percorso che sa di catartico, necessario per risolvere gli enigmi del passato rimasti irrisolti.

“Figlio, disse la vecchia, ascolta, così non può andare, non puoi vivere da due parti, dalla parte della realtà e dalla parte del sogno, così ti vengono le allucinazioni, sei come un sonnambulo che attraversa un paesaggio a braccia tese e tutto quello che tocchi entra a fare parte del tuo sogno, anch’io, che sono vecchia e grassa e peso ottanta chili, mi sento dissolvere nell’aria a toccarti la mano, come se anch’io facessi parte del tuo sogno”.

Il protagonista si ritrova a Lisbona, in una caldissima domenica di fine luglio: ha un appuntamento con un personaggio scomparso e, nell’attesa, impegna il suo tempo in azioni che sembrano casuali, ma che lo porteranno a incontrare una serie di personaggi insieme ai quali potrà ripercorrere alcuni momenti chiave del suo passato, in un viaggio che risulterà morbidissimo, nostalgico ma anche chiarificatore. Ognuno di loro, infatti, offre al protagonista/autore spunti di riflessione sulla propria vita e sulle proprie abitudini: ne scaturiscono, dunque, dialoghi in cui si dibatterà di filosofia, di folclore, di cultura, ma anche di comportamenti, di modi di pensare, di modi di intendere la vita.

“[…] penso che l’herpes sia un po’ come il rimorso, se ne sta addormentato dentro di noi e un bel giorno si sveglia e ci attacca, poi torna a dormire perché noi siamo riusciti ad ammansirlo, ma è sempre dentro di noi, non c’è niente da fare contro il rimorso”.

Requiem è un libro da leggere con calma, le cui pagine vanno gustate e assaporate con pazienza, senza fretta: perché è un romanzo delicato, al cui interno si può leggere tutto l’affetto che Tabucchi provava per il Portogallo, omaggiato ancora una volta dall’autore con la decisione di scrivere Requiem direttamente in portoghese. Un libro che regala la morbidissima sensazione di viaggiare e perdersi insieme a Tabucchi in una Lisbona senza tempo.

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“Requiem” di Antonio Tabucchi, edizioni Feltrinelli. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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