Libri in pillole

“Notturno indiano” di Antonio Tabucchi: recensione libro

È un vagabondare dolce quello di Tabucchi con Notturno indiano, un breve romanzo che, malgrado le poche pagine, riesce a ricostruire l’atmosfera surreale e a tratti onirica del viaggio di un uomo che parte per l’India alla ricerca di Xavier, l’amico perduto. Una sorta di pellegrinaggio, dunque, che porterà il protagonista a spostarsi in aereo, pullman, taxi e quant’altro nel tentativo di seguire le orme dell’amico da ritrovare: Bombay, Goa, Madras faranno da sfondo a questa misteriosa ricerca.

“L’autobus attraversava una pianura deserta e rari villaggi addormentati. Dopo un tratto di strada in collina con curve a gomito che l’autista aveva affrontato con una disinvoltura che mi era parsa eccessiva, ora filavamo su rettilinei enormi, tranquilli, nella silenziosa notte indiana. Ebbi l’impressione che fosse un paesaggio di palmeti e risaie, ma il buio era troppo profondo per dirlo con sicurezza e la luce dei fari attraversava rapidamente la campagna solo durante qualche sinuosità della strada. Secondo i miei calcoli Magalore non doveva essere lontana, se l’autobus aveva impiegato il tempo previsto dell’orario di percorrenza”.

Cercare qualcuno o cercare se stessi, ci si chiede durante la lettura del romanzo, in cui il protagonista, nel suo peregrinare, incontra personaggi sfuggenti e quasi dai contorti sfocati, con i quali tuttavia intrattiene fugaci dialoghi che, messi uno accanto all’altro, costituiscono la vera essenza del viaggio in India. Perché sono riflessioni sulla vita, sull’esistenza, su se stessi, pensieri che aiutano a ricostruire e ricostruirsi mentre si è alla ricerca del proprio destino.

Un’India secondaria, pertanto, notturna, vissuta in continuo movimento, tra mezzi di trasporto e camere d’albergo, tra incontri fortuiti e l’obiettivo di ritrovare quel qualcuno che, forse, non è poi così tanto importante riuscire a individuare: perché è il viaggio stesso a diventare centrale, non c’è alcuna risposta nella staticità, bensì è il movimento a portare flussi di nuovi pensieri, nuove idee, nuove sensazioni, utili per capire e per capirsi, e soprattutto per tentare di decifrare il lato occulto delle cose.

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“Notturno indiano” di Antonio Tabucchi, edizioni Sellerio. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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