Ci sono dei libri che stordiscono, che ti fanno corrugare la fronte subito dopo aver letto le prime righe. Sono quei libri che inducono ad allontanarsi dalla propria confort zone, e che richiedono dunque uno sforzo non indifferente al lettore, che da una parte deve riuscire a entrare nella storia, dall’altra provare a ritrovare equilibro e a decodificare il testo che si ritrova davanti.
“Come belve impazzite che però vogliono nascondere il dolore causato dalla fine di un dominio, gli uomini che perdono il controllo sul proprio simile, sottoposto alle loro fittizie verità e reali manipolazioni, perdono, appunto e nuovamente, il controllo e, con il dileggiare più tragico e le risate elaborate solo dal piccolo orticello delle proprie figure inutili che stanno intorno come api nel punto centrale di un fiore che non producono nulla, si scagliano ubriachi, alla stregua di allegorici falsi profeti. Inetti, innanzi alle loro compagne che rimangono inermi e atterrite al solo vedere cosa sta accadendo. E loro, ominuccoli senza ritegno, avanzano nello spergiuro”.
Ed è proprio questa la doppia operazione che richiede Il tornello dei dileggi di Salvatore Massimo Fazio, un libro caratterizzato da una scrittura che definirei eccentrica, ma al contempo anche magnetica. Ho provato un senso di spaesamento leggendo le prime pagine del testo, proprio perché mi sono allontanato da quelle strutture narrative a cui sono abituato. E se all’inizio ho avuto una reazione di perplessità, mi sono reso conto, procedendo con la lettura, che quel testo mi stava trasmettendo una sensazione di novità, di freschezza, di enigma da risolvere. E mi ha intrigato.
La trama gira intorno a quattro personaggi principali: Paolo, Adriana, Giovanna e Andrea, le cui storie si incrociano, si sovrappongono, in alcuni casi corrono parallele e poi quasi si confondono, in una sorta di successione di episodi che hanno come fine ultimo quello di metterli continuamente alla prova, nel tentativo di rispondere al macro quesito dell’essere umano: chi siamo veramente e che ruolo occupiamo all’interno della società in cui abitiamo?
“Siamo nella stessa barca. Vogliamo andare in quell’isola perché i quaranta li abbiamo raggiunti, ma in realtà c’entrano poco i quaranta, non vogliamo più svanire. Vogliamo, vogliamo, però non facciamo nulla se non tornare sotto altre forme sui soliti argomenti cervellotici. Ma se è breve e una la vita, ne vale la pena? Questo me lo insegni tu, io pensavo che tutto poteva andare senza forzarsi un attimo in attesa del grande trapasso, però sembra che vuoi sempre navigare senza raggiungere l’isola”.
Il tornello dei dileggi è senza dubbio un libro innovativo, soprattutto per quel che riguarda lo stile della scrittura ma anche per la storia, vivace, dinamica, decisamente fuori dagli schemi.
“Il tornello dei dileggi” di Salvatore Massimo Fazio, edizioni Arkadia. Libri in Pillole.