Il grigiore della quotidianità in carcere, il legame di amicizia che lega due adolescenti fin dal primo giorno di scuola, la prima volta di un bambino in sella a una bicicletta. È un romanzo al contrario quello di Sandro Bonvissuto, che ripercorre a ritroso le vicissitudini del protagonista e lo fa concentrandosi prevalentemente sull’aspetto esistenziale, affondando dunque la penna nelle inquietudini più profonde che accompagnano l’uomo in questi tre momenti chiave della sua vita.
“Non è bello vedere le proprie cose finire dentro delle buste di plastica trasparente. Perché fondamentalmente la busta è qualcosa che ha a che fare con i morti. Anche quando andiamo al mercato a fare la spesa usiamo le buste per metterci dentro roba morta. Non ho mai visto una cosa viva dentro una busta. A parte i pesciolini rossi vinti al luna park che, se non li togli subito da lì come arrivi a casa, poi muoiono. È così: la plastica e la vita non vanno d’accordo”.
Ed è una penna che si immerge nelle più intime riflessioni dell’essere umano, che accompagnano costantemente il protagonista. E poco importa che sia un uomo in carcere, un adolescente tra i banchi di scuola o un bambino per strada con gli amici: perché a qualsiasi età, in qualsiasi situazione, in qualsiasi luogo c’è una parte di noi che è sempre in movimento, un motore che non smette mai di girare. È ciò che abbiamo “Dentro”, ovvero ciò che pensiamo, percepiamo, che sentiamo sulla pelle e nel cuore. Ed è ciò che mescolandosi con l’esperienza del mondo esterno ci fa avanzare lungo quel sentiero che si chiama vita, sul quale ogni giorno dobbiamo inchinarci per raccogliere il nostro bagaglio quotidiano di conoscenze acquisite. Ma non è un’operazione indolore: perché spesso si scontrano con il nostro io, con l’esperienza precedente, quella che deve essere rimpiazzata dalle nuove nozioni, ma che si fa fatica a staccarsi di dosso perché l’uomo è un essere pensante, e ha bisogno di tempo per assorbire le novità che gli si palesano davanti.
Qui per ascoltare l’audio recensione del libro:
“C’è un quadro di Renoir osservando il quale si può capire bene la sensazione che provai quel giorno. Nel dipinto sono rappresentate delle persone allegre che stanno in un posto a fare qualcosa. Dopo un po’ che le guardi, ti rendi conto che l’immagine è effettivamente bella e serena, ma capisci anche che purtroppo tu non sei lì con loro. Sei in un altro posto. Li guardi da spettatore. E perciò, dal momento che non sei nel dipinto, non c’è nessuna ragione che tu sia spensierato o allegro. È come se il fatto stesso di non essere parte del quadro ti escludesse dall’emozione raffigurata. Guardandolo, ho sempre pensato che a Renoir dev’essere successo esattamente questo. Ha disegnato gente felice mentre lui in quel momento non lo era affatto. Ha rappresentato la cosa che non lo riguardava, per comunicare quello che provava davvero. Come se l’immagine fosse il positivo di un negativo che però è restato in mano al pittore. Per cui quel quadro, nel quale si vedono tante persone, è invece un autoritratto emotivo. Al contrario però”.
“Dentro” di Sandro Bonvissuto è un romanzo che con una delicatezza estrema sa camminare in bilico tra la narrazione e i sentimenti, spostando il peso da un piede all’altro quando è necessario uscire dal racconto per affrontare a viso aperto i dubbi, le paure, i propri pensieri. Un libro scritto con uno stile asciutto, agile, in cui ogni parola scritta trasuda veridicità, ma soprattutto profonda umanità.
“Dentro” di Sandro Bonvissuto, edizioni Einaudi. Libri in Pillole.