“La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità” di Lilli Gruber: recensione libro
«“Condivido con Martha l’odio per le guerre e il disprezzo per coloro che le scatenano e le giustificano. Sfortunatamente, la sua speranza che Norimberga potesse in futuro servire da deterrente si è dimostrata vana. Ma come dice lei, «non si può vivere senza speranza»”
Martha Gellhorn (Saint Louis, 8 novembre 1908 – Londra, 15 febbraio 1998) è stata una delle figure più iconiche del 1900.
Inviata di guerra in un’epoca dove le donne spesso erano ancora relegate al ruolo di angelo del focolare, unica donna ad aver assistito sbarco in Normandia scrivendo letteralmente la storia di quegli anni.
Donna coraggiosa e indomita, credeva fermamente che «ogni cosa è possibile se si è disposti a pagarne il prezzo».
È stata una giornalista, una scrittrice, la terza moglie di Ernest Hemingway con il quale ha condiviso il fronte.
Fu l’unica che lo lasciò, incapace di adattarsi al ruolo di moglie perfetta che vive all’ombra del grande scrittore. Martha dopo quattro anni di matrimonio ha preferito viaggiare e riprendersi la sua vita di giornalista sul campo.
Figlia di un’America borghese, proveniva da una famiglia di origini ebraiche, è stata amica della first lady Eleanor Roosevelt, del loro rapporto restano moltissime lettere in cui la Gellhorn racconta delle sue inquietudini di donna e giornalista.
Femminista convinta e sempre radicalmente schierata da parte delle vittime e delle donne.
Con la liberazione dal Nazismo Martha, fu una dei primi inviati ad entrare nel campo di sterminio di Dachau, questa esperienza segnerà una linea di non ritorno nel suo modo di vedere l’umanità.
«Nel 1972 in una lettera a un’amica scriverà: “Dachau mi ha cambiato la vita. Da allora non sono più stata la stessa, non ho più veramente provato speranza, innocenza e gioia”. Questa esperienza ha spazzato via dentro di lei qualsiasi illusione che la razza umana potesse redimersi dalla propria malvagità»
“La guerra dentro” di Lilli Gruber
Il romanzo è delicato e toccante, mai banale e sempre rispettoso della donna prima e della giornalista poi, i capitoli sui suoi controversi amori, da Hemingway al generale James Gavin per finire con il suo secondo matrimonio con Thomas Stanley Matthews, naufragato anch’ esso dopo pochi anni..
La sua tenacia nel voler vedere con i propri occhi e cercare la notizia anche quando sembrava non esserci, rendono Martha un esempio. Donna che attraversa il 900 restando sempre fedele a sé stessa.
Lilli Gruber trova spazio nel libro anche per raccontarci di una fragile ragazzina che nei primi del ‘900, divenuta presto un’ amante ma non ancora pronta a divenire madre (non lo diventerà nel corso della sua intera vita) affronta l’aborto in un’America che lo vietava e che così spaventosamente somiglia a quella che si sta profilando nel prossimo futuro.
Uno spaccato di Martha ma anche del mestiere di giornalista e inviato, del dovere di raccontare e cercare la verità. Un libro complesso fatto di interviste ad inviati contemporanei e che dà spunto per confrontare la visione del mondo dall’ epoca di Martha ad oggi.
Un viaggio nella storia, che parte dalla seconda guerra mondiale e finisce alle guerre di Afganistan del 2001.
Martha non c’è più dal 1998 e il suo sguardo, attento e critico che si rivolge senza paura di smascherarne le ipocrisie oggi sarebbe quanto mai prezioso.
Lilli Gruber, giornalista e scrittrice, prima donna a presentare un telegiornale in prima serata, dal 1988 ha seguito come inviata per la Rai tutti i principali avvenimenti internazionali. Dal 2004 al 2008 è stata parlamentare europea. Dal settembre 2008 conduce la trasmissione di approfondimento Otto e mezzo su La7. Gli ultimi bestseller pubblicati con Rizzoli sono Chador (2005), America anno zero (2006), Figlie dell’Islam (2007), Streghe (2008), tutti disponibili anche in Bur, Ritorno a Berlino (2009) e la trilogia composta da Eredità (2012), Tempesta (2014), Inganno (2018)
«A Martha Gellhorn, recita la dedica della prima edizione di Per chi suona la campana, il capolavoro di Ernest Hemingway. Tutto qui, un nome e un cognome: quelli della più grande corrispondente di guerra del Novecento»”
“La guerra dentro” di Lilli Gruber, edizione Rizzoli. Lib(e)ri di leggere.
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