Il Tempo, Crono se preferite, divora i suoi figli e purtroppo inizia proprio col cibarsi della loro bellezza, se esiste, e della loro effimera giovinezza. A volte accade anche che le sue vittime si comportino esattamente come il carnefice e si nutrano della loro stessa carne, nel vano tentativo di ingannare il tempo con un po’ di belletto al posto della pietra del mito.
Jezabel, un romanzo paradigmatico
«Finalmente arrivava la notte e lei si sentiva rinascere. Rientrava a casa, si vestiva, si rimirava. Sì, questo le piaceva… Che cosa c’era di più bello al mondo, e quale voluttà era paragonabile a quella di piacere?… Quel desiderio di essere venerata, di essere amata, quell’aspirazione in fondo banale, comune a tutte le donne, era diventata per lei una passione, come quella del potere o dell’oro nel cuore di un uomo, una sete che aumentava con gli anni e che niente, mai, aveva potuto estinguere».
Il consueto stile impeccabile della Némirovsky, ben salvaguardato dalla traduzione italiana, al servizio di un romanzo quantomai attuale, in tempi di parossistiche ossessioni per bellezza e giovinezza. Un romanzo che sublima il risentimento personale di Irene nei confronti della madre ed esce dagli angusti confini autobiografici per lasciarci un’opera dal volare universale.
“Jezabel” di Irene Nemirovski, edizioni Adelphi. I libri di Riccardo