Il passato ci appartiene, voltargli le spalle sarebbe meschino. Quello che non esiste più torna, sempre. Riemerge attraverso la memoria, attraverso i libri, attraverso le parole. Puoi negarlo, rifiutarlo, metterci una pietra sopra, ma non serve a nulla quando ti pizzica la mente.
In Stirpe e vergogna di Michela Marzano entri nella vita della scrittrice che torna indietro per conoscere alcuni passaggi fondamentali della sua famiglia. Cerca documenti, legge carte, osserva fotografie, fa domande, chiede, a volte, senza ottenere nulla. È caparbia, Michela. Dal passato vuole ricostruire anche se stessa. Nessuno la costringe a scrivere della sua famiglia, di suo padre e suo nonno soprattutto, ma c’è uno spazio nero di silenzi e di “non ricordo”. Michela scopre qualcosa che non immaginava, che la lascia senza fiato, che la destabilizza anche su carta e vuole vederci chiaro, approfondire. Il passato del nonno le era stato chiuso come un segreto e prova vergogna per ciò che lui è stato. Le notti tormentate, la scelta di scrivere, di capire, la spingono ad una verità. Chiara o inconscia che fosse, la memoria e le radici di famiglia passano dalle domande, dal guardarsi dentro e anche dall’accettazione di qualcosa che ha modificato o rafforzato la personalità di chi si guarda indietro per andare avanti.
Il romanzo è schietto. La scrittura è incalzante. La narrazione è vorace, sfiata dubbi e domande che Michela Marzano rivolge più che altro a se stessa come se fosse un corpo estraneo in una famiglia che le ha taciuto molte verità. I suoi ricordi e il recupero di una memoria storica, di un pezzo di Storia come quella fascista, sono talmente feroci nell’inchiostro e nella sua mente che spingono alla riflessione.
Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The Book Advisor
“Stirpe e vergogna” di Michela Marzano, edizioni Rizzoli. Dream Book.