Il coraggio alimenta forza e porta rogne. Senza l’audacia le cose resterebbero stantie, vecchie, ed i cambiamenti necessitano dell’intraprendenza per germogliare su terreni fertili. Fuoco, rabbia, sangue negli occhi, accendono quell’energia e risolutezza che servono per ribellarsi alle storture e alle forzature di qualcuno che cerca di rovinare l’esistenza di qualcun altro per piccio o capriccio.
In Le donne dell’Acquasanta di Francesca Maccani senti l’arroganza di un signorotto su molte donne che lavorano nella Manifattura Tabacchi dell’Acquasanta. Siamo in Sicilia, a Palermo nel il 1897. Le tabacchine, tra giovani, giovanissime ed anziane, subiscono angherie e soprusi da parte di un capo vigilante. Il lavoro delle sigaraie è faticoso, duro e lungo. Gli ambienti non sono salubri e le madri sono costrette a portarsi i neonati a lavoro pur di non lasciarli da soli a casa. Se li legano al petto ed a testa china arrotolano sigari per i ricchi. La situazione è delicata, precaria. Scoppia un’epidemia e i bambini sono i primi a stare male ed a morire. Due amiche, Rosa e Franca, cambieranno le cose. Una delle due ha il coraggio in corpo e l’audacia di guardare negli occhi chi ha la prepotenza di farle sentire degli animali, per questo lotterà pagando a sue spese le terribili conseguenze delle idee rivoluzionare e coraggiose.
Il romanzo è bellissimo. La narrazione è appassionata ed appassionante, affascina il lettore sin dalle primissime battute. La scrittura è potente, formidabile, incanta in ogni sua singola parola. Vincente anche l’idea di inserire il dialettismo che rende la storia ancora più autentica. I personaggi li senti come se ti stessero accanto e respiri quella sicilianità fatta di mistero e di storie pazzesche.
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“Le donne dell’Acquasanta” di Francesca Maccani, edizioni Rizzoli. Dream Book.