Classifiche speciali

La classifica dei 10 libri più belli pubblicati nel 2021

8) Zebio Còtal – Guido Cavani

Ho scelto Zebio Còtal. È stato pubblicato per la prima volta nel 1958 a spese dell’autore in 200 copie. Nel 1961 fu ripubblicato questa volta da Feltrinelli. Sparito dalla circolazione e sconosciuto ai più ritorna (per me per la prima volta) nel 2021 grazie alla casa editrice RFB. Quindi, secondo me vale. Zebio è un capolavoro. Di tristezza, di solitudine, di terra che non da frutti. Zebio cammina “col passo lento di chi non deve andare in nessun luogo e nello stesso tempo ha bisogno di muoversi per sfuggire più che agli altri a sé stesso, aspettando con la fine della giornata la fine della propria tristezza”. È un personaggio odioso e irresponsabile, violento e litigioso. Ma è lui, è così. È vero. E poco importa se lo odierete per l’eternità perché, intanto, senza fronzoli, vi ha detto una cosa che riguarda tutti: “così è fatta la vita: ostinarsi a non credere nel male che è in noi per potere giudicare il male degli altri”. (Stefano Leone)

Zebio Còtal, rabbioso contadino del modenese, ha cinque figli, poca voglia di lavorare, e un piccolo campo che, coltivato a grano, rende soprattutto gramigna. Zuello, il figlio grande, lo ha mandato a lavorare e vivere dal fratello ricco: una bocca in meno da sfamare, un poco di denaro per ripianare i debiti e comprarsi il vino. Placida, la moglie, bersaglio prediletto della sua ira, lo sopporta in silenzio, mentre la figlia Glizia è l’unica che gli si oppone con fermezza, e insieme cercano di creare un minimo di calore familiare per sopravvivere alla povertà e alla disperazione. Poi Zuello viene cacciato dallo zio perché, ragazzone da fatica, ha sottratto poche lire per sfamarsi. Ma a casa, dove lo aspettano le “cinturate” del padre, che intanto si dà da fare sul fratellino, non può tornare. E così inizia a vagare, il primo della diaspora familiare a cui fa da sfondo una natura crudele e bellissima. Piano piano se ne andranno tutti da Pazzano, chi al Creatore, chi per cercare una sorte migliore, chi svanirà nel nulla. Anche Zebio, incespicando in mille scelte sbagliate, si allontana da casa, prima finisce in prigione, poi è disperso sull’Appennino. E con la famiglia si dissolve anche la speranza in questo romanzo dalla trama scarna e dolente, che però ha in sé oltre alla brutalità della miseria, il pathos della tragedia classica e una lingua rapida, palpitante, che resiste al tempo. Prefazione di Omar Di Monopoli.

“Zebio Còtal” di Guido Cavani, edizioni Readers for blind.

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Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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