Nel 2020, anno caratterizzato dalla pandemia, il mercato del libro ha fatto registrare in Italia una crescita importante. L’editoria di varia, infatti, che comprende libri di narrativa e saggistica, per bambini e ragazzi venduti sia nelle librerie fisiche che online e nella grande distribuzione, ebook e audiolibri, ha avuto un incremento delle vendite pari al 2,4%, raggiungendo la cifra di 1,54 miliardi a prezzo di copertina (sconti esclusi).
Per l’Italia è un dato senza dubbio incoraggiante, comparato anche con l’andamento del mercato editoriale degli altri Paesi europei: l’Olanda ha fatto registrare un incremento del 7%, il Regno Unito del 5,5%, al terzo posto c’è il nostro Paese con il 2,4% in più rispetto al 2019. Crescita più moderata per gli altri Paesi, come la Finlandia (2%), e la Spagna (1%), mentre sono in negativo Francia (-2%), Germania (-2,3%) e Portogallo, che ha fatto registrare addirittura un -17%.
Di seguito il comunicato stampa pubblicato dall’Associazione Italiana Editori. Per leggere il resoconto completo clicca qui.
Il mercato del libro in Italia nel 2020
Nell’anno della pandemia l’Italia chiude con il segno più. Nel 2020 le vendite di libri cartacei sono cresciute dello 0,3% a prezzo di copertina, toccando 1,43 miliardi. La crescita è ancora più marcata, pari al 2,4%, se si considerano e-book (cresciuti del 37% a 97 milioni) e audiolibri (+94%, 17,5 milioni). Grazie a questi aumenti, la lettura e l’ascolto digitale valgono oggi il 7,4% delle vendite del comparto varia.
Il confronto con l’Europa. Il dato positivo italiano (+0,3%), esclusi e-book e audiolibri, è superiore a quello di Francia e Germania, che calano rispettivamente del -2% e del -2,3% e poco inferiore a quello spagnolo (+1%). Regno Unito (+5,5%), Olanda (+7%) e Finlandia (+2%) – tra i Paesi che ad oggi sono in grado di fornire questi dati – fanno significativamente meglio dell’Italia, mentre crolla il Portogallo (-19%). “I nostri dati erano in linea con Francia e Germania fino ad ottobre –, ha ricordato Levi – è stata l’apertura delle librerie durante l’ultimo lockdown a fare la differenza”. Regno Unito, Olanda e Finlandia sono rappresentative di un Nord Europa che è andato molto bene grazie alla concentrazione dei consumi culturali sul libro e alla crescita impetuosa dell’ecommerce; il caso del Portogallo non differisce invece da quello di altri paesi del Sud e Est Europa dove l’e-commerce è ancora poco sviluppato. Il calo delle vendite in libreria è l’elemento, preoccupante, che accomuna tutti i paesi dell’Unione.
“In questo quadro – spiega ancora Levi –, il nostro Paese si è distinto per il vasto piano di sostegno pubblico che è stato ottenuto anche grazie a una stretta collaborazione tra l’associazione degli editori, quella dei librai e quella dei bibliotecari. Una collaborazione che ha portato a misure, prese a modello in Europa, che hanno al centro lo stimolo alla domanda, pubblica e privata”.
Le criticità. L’editoria scolastica, il cui ruolo è stato fondamentale nella didattica a distanza, ha avuto un anno condizionato dal limitato rinnovo delle adozioni. Meglio è andata l’editoria universitaria, per la valorizzazione del libro nella didattica a distanza e perché il lockdown ha ridotto il fenomeno delle fotocopie pirata, un problema che si ripresenterà alla riapertura, aggravato dalla preoccupante crisi delle librerie universitarie. Da ricordare, infine, le difficoltà di settori molto specifici del comparto, come l’editoria d’arte, quella turistica e professionale giuridica.