“Scheletri” di Zerocalcare: recensione libro
“Poi le solite 5 ore in apnea con il cuore a macerare tra mostri, paranoie e sensi di colpa”
Diciotto anni, e una bugia ingombrante: Zero ogni mattina dice alla madre che va all’università, ma in realtà passa cinque ore seduto in metropolitana. Così che fa la conoscenza di Arloc, un ragazzo più piccolo di lui che ha altri motivi per perdere le sue giornate nella metro romana. Man mano che la loro amicizia si fa più profonda, le ombre nella vita e nella psiche di Arloc si fondono con le tenebre del mondo dello spaccio e della droga.
Scheletri di Zerocalcare
Un romanzo grafico che Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, definisce a cavallo tra realtà ed invenzione, tra la paura del futuro e quella del presente. L’ambientazione è Rebbibia in due momenti ben distinti: i primi duemila e l’estate 2020 post lockdown. Zero, suo malgrado, è costretto a vivere una vita strettissima fatta di menzogne che quotidianamente rivolge a quella Gallina della mamma.
Zerocalcare affronta il male dell’aspettativa genitoriale concedendoci la vista di quei mostri interiori che, a fine adolescenza, tutta l’umanità è costretta ad affrontare. Il ricatto mentale di appagare le aspettative dei genitori fa affogare le personalissime ambizioni. Vivere fingendo d’essere quello che mamma e papà si aspettano, genera creature maligne pronte a prendere il sopravvento. Nel giovanissimo Arloc poi ci immergiamo in un tema di altissima opportunità sociale: la violenza domestica.
Quello che viviamo con i protagonisti di Scheletri, edito da Bao, è una delle migliaia di storie di sopraffazione di genere che imperversano in Italia. Zerocalcare ha sapientemente messo nero su bianco le dinamiche violente delle famiglie tradizionali.
Con il suo Scheletri, l’autore, ci ha dimostrato di essere un grandissimo scrittore oltre che un formidabile artista.
“Scheletri” di Zerocalcare, edizioni Bao Publishing. La fabbrica della follia.