“Spesso il male di vivere ho incontrato: / era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’accartocciarsi della foglia / riarsa, era il cavallo stramazzato”. “Spesso il male di vivere ho incontrato” da Ossi di seppia di Eugenio Montale
La nostra memoria, la nostra storia, sono fatte di avvenimenti che cambiano per sempre il corso delle cose, sassi lanciati in uno stagno che creano cerchi concentrici sempre più larghi, che toccano tutti. Anche chi è semplicemente spettatore.
E’ stato scelto il titolo di una raccolta di poesie celeberrima di Eugenio Montale, per battezzare questo podcast, disponibile gratuitamente su Raiplaysound (sapevate che su questa piattaforma sono disponibili anche molti audiolibri? c’è una vera miniera!) e, in versione video, sull’app Raiplay.
Sono disponibili due serie di piccole puntate da 20 minuti circa, in cui vengono ripercorsi fatti importanti che hanno segnato la storia recente del nostro Paese, narrati di volta in volta da uno dei testimoni diretti e privilegiati. Nella versione video è molto d’impatto l’utilizzo delle immagini conservate nelle famose teche RAI, che costituiscono un vero patrimonio e una memoria storica di assoluta importanza.
I fatti sono narrati nudi e crudi, senza giudizio, con amore per la cronaca, sono spogli, essenziali, come ossi di seppia. Quello che rimane quando la carne è stata consumata, l’essenza delle cose.
“Quello che ricordiamo” e “Il rumore della memoria” sono i titoli delle due serie, il riferimento sempre a quello che questi avvenimenti ci hanno lasciato, alle cose che hanno cambiato, alle vite che hanno indirizzato, a quello che ci evocano quando ne sentiamo parlare.
Si parla di persone, eroi positivi come Carlo Urbani, il medico che per primo allertò il mondo contro il pericolo SARS, evitando che diventasse una pandemia come il Covid e che sacrificò la sua vita, vittime come Sara Di Pietrantonio, vittima di femminicidio a 22 anni, Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio morto “senza un perchè”, Giulio Regeni, per il quale ancora attendiamo tutti giustizia. Si ricordano di miti della nostra storia come il presidente Sandro Pertini o di persone cui pensiamo con nostalgia, come Lucio Dalla, fatti di cronaca che hanno occupato giornali e Tg, come il delitto di Cogne, la Costa Concordia, la tragedia della Thyssen-Krupp, la pecora Dolly.
Sono piccole pietre miliari che tutti ricordiamo e che in un modo o nell’altro hanno segnato la nostra storia. A raccontarle cronisti d’accezione, l’ex ministro Rosy Bindi parla della responsabilità di chi aveva il dovere di non farsi trascinare dall’onda emotiva collettiva che chiedeva immediata attuazione a carico dello Stato delle cure per il tumore di Di Bella, Vera Gheno, mirabile esperta di linguaggio, ci spiega com’è stato possibile che una persona senza alcuna formazione medica come Vannoni sia riuscito a costruirsi un’aura da guru, Romano Prodi racconta la nascita dell’Euro.
Ho trovato veramente fantastica la formula, brevi sprazzi, essenziali, puliti, interessanti, in alcuni casi emozionanti e pieni di pathos, come quando Valeria Imbrogno, compagna di DJ Fabo, ha raccontato della sua scelta di andarsene con dignità. Un piccolo sassolino che ancora oggi muove le coscienze.
Fantastica la scelta musicale che accompagna la fine di ogni puntata e che nella versione video fa da colonna sonora ad immagini e filmati di repertorio. Efficacissima.
“Ossi di seppia“, recensione di Fertilemente