Fertilemente

“Come D’Aria” di Ada D’Adamo: recensione libro di Fertilemente

Le chiamiamo combinazioni, destino, congiunture astrali, imprevisti, sfortune, umane vicende.

Ma ora non lo so come chiamare la storia di questo libro.

Ada partorisce una bimba che desidera tanto, con un uomo accanto che all’inizio della gravidanza di essere padre di quella figlia non aveva voglia. Ha fatto tutto ciò che doveva, esami e test, ma qualcuno ha commesso un errore e quella neonata minuscola che piange sempre nasce con una grave malformazione che sarebbe stato possibile diagnosticare con un’ecografia, che avrebbe dato ad Ada la libertà di scegliere.

Come d’Aria di Ada D’Adamo

ada d'adamo come d'aria

“In questi anni ho conosciuto famiglie sbriciolate, unioni distrutte, donne sprofondate nella depressione. Non tutti hanno la forza fisica, gli strumenti psicologici, i mezzi economici, la cultura che ci vuole per combattere contro la burocrazia implacabile, contro la crudeltà di certi medici e l’inciviltà imperante, la solitudine e la stanchezza e, infine, contro se stessi e la propria inadeguatezza. […] L’aborto è una scelta dolorosa per chi la compie, ma è una scelta e va garantita. Anche se mi ha stravolto la vita, io adoro la mia meravigliosa figlia imperfetta. Ma se avessi potuto scegliere, quel giorno, avrei scelto l’aborto terapeutico. Ai medici che vogliono rianimare i feti anche senza il consenso delle madri dico di uscire dai reparti di terapia intensiva, andare a vedere coi loro occhi cosa sono diventati quei bambini, a quale eterno presente hanno condannato quelle madri”.

Inizia una vita complessa ed estenuante, a servizio di Daria, una creatura destinata a non toccare mai terra, a non camminare mai, fluttuante come aria eppure pesante macigno. Battaglie, iter burocratici, stratagemmi di sopravvivenza diventano faccende quotidiane quasi routinarie, finché l’ennesima congiuntura scompiglia tutto, Ada si ammala di tumore. Ora sopravvivere diventa prioritario e spesso sopravvivere significherà staccarsi da quella simbiosi che dalla nascita di Daria era diventata obbligatoria.

“Non sono io, sono la ‘mamma di Daria’. Anzi, sono ‘la mamma’ e basta”.

La retorica della disabilità vista “dagli altri”, il giudizio, gli sguardi, i sensi di colpa, ma anche i piccoli gesti amorosi che i compagni di scuola riservano a Daria, ossigeno per chi legge questo libro col fiato corto, come me.

“Oggi compi quattordici anni.

Il regalo di Cecilia, amica del cuore, è un album riempito a metà di fotografie che vi ritraggono insieme, dalla prima elementare.

Lo accompagnano queste parole:

Per me sei luce nei momenti di buio,

sei la luna nella notte, sei la mia stella polare.

Al di là di tutto e di tutti ci siamo io e te.

To be continued”

Dopo la candidatura allo Strega e l’inserimento in dozzina Ada è venuta a mancare. Di nuovo il destino accanito e crudele. La scelta della commissione è stata di lasciar concorrere comunque il libro e ora temo e spero che questo romanzo che romanzo non è vinca. Temo che se avvenisse qualcuno direbbe “e certo…” ma queste pagine sono talmente belle e dolorose e piene di lucida onestà che la vittoria sarebbe semplicemente giusta. Via la celebrazione dell’abnegazione, via la madre coraggio resta una donna che quasi candidamente mostra le macerie che i pianeti hanno lasciato dopo che le loro traiettorie si sono scombinate.

Mi auguro coraggio per chi dovrà votare. Infischiatevene della retorica. Per favore.

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“Come d’Aria” di Ada D’Adamo, edizioni Elliot. Fertilemente.

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