Libri in pillole

“Il bar sotto il mare” di Stefano Benni: recensione libro

Immaginate di passeggiare in riva al mare e di vedere all’improvviso un uomo vestito tutto elegante scendere giù da una scaletta per dirigersi verso l’acqua. Poi immaginate di assistere a una scena decisamente improbabile: l’uomo inizia a camminare lungo i gradini con estrema disinvoltura fino a immergersi nel mare, sparendo così nel suo fondale. Ma dove va? Semplice, ha un appuntamento importante, perché laggiù c’è un luogo magico: è il bar sotto il mare.

Già da questa premessa si intuisce come il libro di Stefano Benni prometta scintille, e infatti la lettura non delude affatto: perché il bar sotto il mare è popolato da una serie di personaggi particolari, ognuno dei quali racconta una storia. Sono racconti magici, onirici, che sfiorano il soprannaturale ma che planano delicatamente anche sul reale, mediante rimandi, metafore e similitudini che, con ironia e fantasia, costruiscono narrazioni che assumono i contorni di uno specchio, nel quale si riflettono aspetti che contraddistinguono la società che concretamente conosciamo. I protagonisti sono personaggi di finzione, è vero, ma sono più reali di quanto possa sembrare a prima vista: il cuoco che tenta di ingannare il diavolo, dei vermi particolari che si nutrono di libri mangiando verbi e spostando le parole nelle frasi per confondere le idee ai lettori, o il marziano innamorato che fa di tutto per regalare alla sua fidanzata qualcosa di indimenticabile. Storie di fantasia, insomma, che tuttavia riconducono a vizi, virtù, pregi, debolezze o semplicemente a questioni relative alla società e alle sue storture.

“Il nostro quartiere sta proprio dietro la stazione. Un giorno un treno ci porterà via, oppure saremo noi a portare via un treno. Perché il nostro quartiere si chiama Manolenza, entri che ce l’hai ed esci senza. Senza cosa? Senza autoradio, senza portafogli, senza dentiera, senza orecchini, senza gomme dell’auto. Anche le gomme da masticare ti portano via se non stai attento: ci sono dei bambini che lavorano in coppia, uno ti dà un calcio nelle palle, tu sputi la gomma e l’altro la prende al volo. Questo per dare un’idea”.

A condire la lettura di questi racconti senza dubbio originali è la penna di Stefano Benni che, anche stilisticamente, colora la narrazione con scelte che variano da racconto a racconto, soprattutto per ciò che riguarda il genere: ne scaturisce, così, una sorta libro dentro al libro, in una parodia dissacrante dei generi letterari che non risparmia quasi nessuno: giallo, noir, poliziesco, letteratura d’avventura, horror e, naturalmente, il fantastico. Un libro piacevole e, in diversi tratti, anche molto divertente.

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“Il bar sotto il mare” di Stefano Benni, edizioni Feltrinelli. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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