Un libro tra le mani

“Fiori senza destino” di Francesca Maccani, recensione: Un libro tra le mani.

“FIORI SENZA DESTINO di Francesca Maccani.

 

PERCHÉ QUI SIAMO TUTTI COME TANTI FIORI CHE SPUNTANO IN MEZZO AL CEMENTO, VENIAMO SU NELLA POLVERE E SOLO COSÌ SAPPIAMO VIVERE.

Ci vuole fortuna a nascere nel posto giusto.

E non parlo solo di continenti, o di nazioni, o di regioni, o di città… ma di quartieri, di periferie. Se sei nato e cresciuto al CEP (Centro Edilizia Popolare), puoi davvero dire di essere palermitano? 

Magari Palermo non l’hai mai vista, così come non hai mai visto il mare.

Credi che il mondo sia tutto di quel colore… grigio… grigio come il cemento dei palazzi dormitorio, come la polvere della strada, come le giornate passate a cercare di sopravvivere con il nulla che la vita ti offre.

A 11/12 anni sei già costretto a crescere da solo, perché magari tuo padre è in carcere, o non c’è mai stato nella tua vita, e tua madre è sempre chiusa in camera con i clienti a lavorare, e tu sai di dover diventare invisibile e dover preparare la cena con il niente che trovi nel frigo.

Se sei una ragazza poi, sai già che un giorno toccherà farlo anche a te, “il mestiere“, e quindi inizi con i primi lavoretti fuori casa, giusto per arrotondare un po’.

Niente di strano, quindi, se la tua massima aspirazione è quella di trovare un ragazzo (meglio se figlio di uno che ha il posto fisso) con cui fare la “fuitina“, sperando di rimanere subito incinta e andare a vivere a casa dei suoceri.

I ragazzi, invece, possono scegliere tra lo spaccio, i furti, le corse clandestine e sperare nell’ala protettiva dei “capi” che tutto sanno e tutto decidono.

Niente di strano, quindi, se vai a scuola solo per garantire il sussidio a tua madre, e nel frattempo sali in cattedra a fare gli spogliarelli…

Ragazzi nati già “arrestati“, condannati già dalla nascita, colpevoli solo di avere le radici nel posto sbagliato, in una terra brulla e sterile a cui manca l’acqua e il concime necessario.

Quest’acqua e questo concime hanno un solo nome: istruzione/educazione.

Essere educati a pensare, essere educati alla libertà di scegliere cosa e come vorrebbero essere.

Fiori senza destino

Ed ecco che l’autrice punta il faro sulla scuola, sugli insegnanti che si trovano di fronte questi ragazzi, questa realtà, questo disagio.

Ci sono quelli che ci provano, ma non ce la fanno, sono sopraffatti dalla loro impotenza e dal dolore di vedere troppe giovani vite lasciate andare alla deriva.

E poi ci sono quelli che, solidi e caparbi, rimangono a lottare, perché anche se uno solo di questi ragazzi dovesse “salvarsi“, allora ne sarà valsa la pena.

Qualcuno infatti cerca di sbocciare comunque, studiando (con i libri in prestito), leggendo, sognando di andare via…

A volte questa strada passa attraverso la separazione (e a volte il rifiuto) della famiglia, l’ingresso in un istituto, magari un’adozione e la scuola superiore.

Alla fine qualcuno il mare riesce anche a vederlo, qualcun altro invece sbatte la testa proprio su quelli che erano i suoi sogni, e la lascia lì…a sanguinare e a maledire il destino che lo aveva segnato già al suo primo vagito.

Destino infame.

Racconto corale che tocca il cuore. La Maccani sceglie una lingua semplice, limpida, ma forte delle sfumature del dialetto, perche non servono artifici per raccontare queste tristi realtà, possiedono già una loro durezza intrinseca che fa male.

Si sente l’amore per la sua professione (l’insegnamento) e la voglia di dire al mondo: Guardateli! Guardateli questi ragazzi! Vivono accanto a noi, nel nostro tempo, ma noi neanche li vediamo!

Lei ce li fa amare tutti… proprio tutti, con le loro brutte vite storte.





“Fiori senza destino” di Francesca Maccani, SEM editore. Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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