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“La malaintesa” di Yolaine Destremau: recensione libro

“È la felicità a rendermi così, lo auguro a tutti, dicevo loro. Ma dentro di me pensavo, è una felicità eccezionale, davvero rara, è difficile che possa capitare così presto anche a loro, agli altri, poveretti.

Cécilia ha venti anni quando incontra Abel. L’uomo della sua vita. Un amore tanto intenso e perfetto che non sembra possibile sia capitato così in giovane età. Abel e Cécilia si amano, si completano. Dopo pochi mesi di frequentazione si sposano, per un periodo vivono circondati dai loro amici, ancora studenti, mentre loro due hanno terminato gli studi.

Sono brillanti e ambizioni Cécilia e Abel mentre i loro amici…beh, secondo Abel non sono abbastanza.

“Ammiravo la lucidità di Abel, il suo buonsenso. Non si sbagliava mai. Ed è così che il vuoto a iniziato a crearsi intorno a noi. Ma non lo percepivo”

Credo siano queste prime righe del romanzo di Yolaine Destremau che mi hanno fatto percepire il baratro. Sapevo già la trama, mi aspettavo una storia di violenza contro le donne. Quello che non mi aspettavo era percepire nettamente, un passo dopo l’altro come il mostro si stia avvicinando, sentivo anche come la morsa di Abel si stringeva intorno a Cécilia e soffocavo insieme a lei. Avrei voluto allontanare Cécilia, andare via con lei.

Il racconto in prima persona ci fa entrare nella vita della protagonista, siamo dentro ma siamo spettatori. A differenza di Cécilia noi cogliamo i segni del cambiamento di Abel. Ma forse lui non è mai cambiato, forse è la nostra protagonista che pian piano si è lasciata annientare.

“Non mi aspettavo lo schiaffo che mi ha spinta contro il muro. Né il fracasso della fotografia incorniciata caduta nell’urto. Mentre pronunciavo quelle parole sapevo che erano di troppo. Certo che erano di troppo. La cornice giaceva a terra, indenne. La prima cosa a cui ho pensato: è un segno, non mi è mai piaciuta quella fotografia”

Copertina de “La Malaintesa”

Cécilia ama Abel, per questo inizialmente colloca tutte le sue reazioni aggressive in uno scenario di “eccessivo stress”. Ma Abel non è stressato. Abel è un uomo violento, che sta schiacciando Cécilia.

Quando raccontiamo i casi di violenza ai danni delle donne, spesso lasciamo intendere che queste siano persone deboli. Yolaine Destremau ribalta questa lettura. Cécilia è “Cresciuta in una famiglia avvolgente e innamorata, una brillante avvocata è pronta a tenere l’arringa. Sa cosa dire per convincere Corte e giurati.

La sua voce è ferma, dosa alla perfezione parole e silenzi. L’aula è il suo regno”. Come mai allora è finita al pronto soccorso? Perché non si tira fuori da quella agghiacciante situazione di violenze continue?

Perché Abel non ha improvvisamente iniziato a picchiarla, lui si è prima impossessato della sua mentre, gli è entrato dentro come un virus, senza che Cécilia se ne accorgesse.

“Mi ero adattata ai suoi gusti, che si trattasse di arte, di musica, di letteratura, di cucina o di politica. Era sempre talmente intelligente che non c’era motivo di non condividere la sua opinione. Per questo lo ammiravo. Ancora”

Spesso mi è capitato di non accorgermi del tempo che scorreva mentre leggevo questo libro. Mi sono immersa nelle pagine, affamata di sapere cosa sarebbe successo, se ci saremmo liberate di un uomo come Abel e come saremmo riuscite a farlo. Mi ci sono voluti alcuni minuti in silenzio dopo aver terminato questa lettura, se ne esce scossi.

Yolaine Destremau usa la penna come un bisturi, parole affilate che lasciano tagli nell’anima; uno stile pulito e graffiante, nessun giro di parole. La traduzione di Marta Giusti è eccezionale.

La realtà terribile ci viene messa sotto gli occhi senza nessun filtro. Una scrittura avvolgente ma dal linguaggio delicato, che ci cattura e ci fa desiderare di leggere ancora, anche se fa male, anche se non vogliamo. Perché pagina dopo pagina diventa una necessità finire il libro. Uscire anche noi da questo incubo che non ci appartiene ma sentiamo nostro. Perché Cecilia potrebbe essere accanto a noi, potremmo essere noi.

“Ho paura di non esistere più senza di lui. Mi ha privata della fiducia in me stessa. E ho paura di esistere senza di lui”

Biografia dell’Autore

Yolaine Destremau

Yolaine Destremau, dopo un’infanzia nomade tra Africa del Sud e Argentina, vive oggi fra Parigi e Lucca. Per una decina d’anni è stata pittrice, poi si è consacrata interamente alla scrittura. Ha pubblicato otto romanzi, tradotti in svariate lingue.

Edizioni Barta a cura di Lib(e)ri di leggere.

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Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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