Vivere leggendo

“Nuovi sperduti” di Valerio Carbone: nostalgie di una generazione

Una lunga premessa invita il lettore a prendere posto. Tra incanto e disincanto, sogno e realtà, si apre il romanzo “Nuovi sperduti” di Valerio Carbone. Un libro ricco di citazioni, metafore, rimandi a canzoni e libri e con una scrittura densa di “modi di dire” dei cosiddetti Millennials.

Benoit Martin, detto Banana, è a Roma. Prima di rientrare a Parigi, vorrebbe solo vivere una parentesi spensierata, godendo delle bellezze della città e trascorrendo del tempo a riflettere e a tentare di concludere il suo romanzo ma il soggiorno nella capitale italiana si trasforma in qualcosa di molto insolito, assurdo in realtà e, complice il suo amico Sorcio, si ritrova nel mezzo di un piano incredibile, coinvolto in una strana banda intenzionata a mettere in atto il colpo del secolo: rubare il quadro della Gioconda per restituirlo all’Italia.

È un lungo racconto, quello di Valerio Carbone, che si snoda attraverso passaggi lenti e a volte poco chiari ma che, forse proprio per questo, diventano accattivanti e coinvolgenti.

Rubare la Gioconda non è cosa da poco e quello che appare tra le righe è un altro quadro, uno scatto rubato da una macchina fotografica che ci restituisce il ritratto di una generazione ancorata ai propri ideali, ai sogni il più delle volte mancanti di un riscontro reale.

Atmosfere suggestive e incontri del destino

Animano il libro personaggi improbabili, serate nei locali romani, incontri insoliti e il senso del tempo che scorre nell’impossibilità di essere trattenuto. Al centro di tutto, un grande amore per la scrittura, una passione carnale che anima i protagonisti e le loro conversazioni. Il desiderio di dedicare la propria vita ai libri, al sogno quasi impossibile di pubblicarne uno, le creatività messe a confronto, rendono questo romanzo spunto di riflessione. Guardarsi dentro diventa inevitabile e necessario e ciò che appare nascosto si svela, pur mantenendo il proprio alone di mistero e facendo affiorare una domanda non banale ma ricca di sfumature.

È più difficile scrivere o rubare la Gioconda?

Ingannare il mondo attraverso la sottrazione di un capolavoro super protetto o farlo per mezzo del potente strumento della parola? Cosa gratifica di più? Salire agli onori della cronaca per il furto del secolo o per il romanzo più bello mai scritto?

“Nuovi sperduti” di Valerio Carbone è un libro che parla della vita attraverso l’amore per la scrittura e viceversa. Una metafora nella metafora che apre a risvolti interiori e a profonde riflessioni.

Valerio Carbone, romano, è psicologo, psicoterapeuta e dottore di ricerca in filosofia. Responsabile del marchio editoriale indipendente “Settemari”. Ha scritto racconti, poesie, concept e canzoni. Suoi romanzi: “Il mercante d’acqua” (2015) e “Una messa in scena posticcia” (2021).

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“Nuovi sperduti” di Valerio Carbone, Edizioni Efesto Vivere leggendo

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