“L’eredità di Daisy Darker” di Alice Feeney: un giallo che gioca con il lettore

L’eredità di Daisy Darker di Alice Feeney si apre con una finta nota dell’editore che ci racconta come ha ricevuto il manoscritto che narra le ultime gesta della famiglia Darker. Gli ingredienti per un bel giallo ci sono tutti. Unità di tempo e di spazio, una numerosa famiglia ricca di risentimenti e di scheletri nell’armadio, personaggi dal passato fumoso. Chi sarà la prima vittima dell’ultimo romanzo di Alice Feeney edito in Italia?
Halloween e delitti
I Darker arrivano uno dopo l’altro a Seaglass, una piccola isola al largo della Cornovaglia dove trovano riparo un paio di case e poco altro. Seaglass è dove ha radici la famiglia Darker, prima che tutti i componenti si disperdessero nelle loro carriere. Ci sono le tre figlie, tutte con nomi di fiori, Lily, Daisy e Rose. C’è il padre Frank, pianista di successo con più talento che cuore. C’è Nancy, moglie e madre, ma per tutti Nancy. Nemmeno le figlie hanno mai avuto la facoltà di chiamarla “mamma”, colpevoli di averle interrotto una carriera da attrice mai decollata veramente. C’è Nana, la nonna che li riunisce tutti una volta l’anno, in quest’isola da cui non si può uscire, una volta che si dovesse alzare la marea. C’è Trixie, la nipotina di Daisy, e figlia di Lily. Infine ci sono il cagnolino Poppins, e anche un amico non invitato: Conor, un ragazzino ormai uomo, che la famiglia ospitava di continuo per salvarlo dalle sbronze del padre.
La famiglia Darker si mal sopporta, sta insieme con una tenacia quasi inspiegabile, e i compleanni di Beatrice Darker (il giorno successivo ad Halloween), sono rimasti le uniche occasioni per trascorrere del tempo insieme. Ma stavolta è diverso. Stavolta, a fine serata, è il turno di leggere il testamento con il quale nonna Nana, senza tanti giri di parole, non lascia niente a nessuno. Chissà se è per questo, che viene ritrovata morta, in cucina, poco dopo l’infelice riunione. E sulla lavagna compare una strana filastrocca, che parla proprio della famiglia Darker. Non può essere un caso, visto che Nana per tutto il mondo è la famosa Beatrice Darker, scrittrice di storie per bambini.
“L’eredità di Daisy Darker” di Alice Feeney: dieci piccoli indiani
Facile citare una delle più famose storie di delitti circoscritta nell’unità di tempo e di spazio. Per sgombrare ogni dubbio viene citata nel libro stesso, quasi fosse necessario discolparsi dall’emulazione. Persone intrappolate e omicidi in sequenza sono un classico della letteratura del mistero, come i serial killer e il delitto nella stanza chiusa. Non c’è affatto bisogno di scagionarsi, anche perché è chiaro che l’autrice sappia il fatto suo. Non parlo tanto della storia, ma della scrittura, che sorprende per uno stile tutt’altro che sciatto. I personaggi sono trattati con rispetto e la storia è gestita con mestiere: bastano le prime due tre pagine per convincersi che si sta leggendo qualcosa di buono. Le storie di genere corrono il rischio di puntare tutto (e solo) sul rispetto del canone, ma la passione per la scrittura e per le storie narrate bene traspare per tutto il romanzo. L’unica cosa che non regge per qualità il resto del libro sono le filastrocche che descrivono passo dopo passo le morti e i caratteri dei Darker (altra citazione a Dieci piccoli Indiani). Spesso fuori metrica e dai versi forzati, probabile che siano costrizioni dovute alla traduzione.
Nancy era molto brava a far crescere quasi tutto, tranne le proprio figlie. Non diventavamo mai abbastanza sveglie, o abbastanza alte, o abbastanza carine secondo lei. Per cui spargeva il seme della paura e del dubbio in tutta la casa e per tutta la nostra infanzia, piccoli alberelli che spuntavano tra le assi del pavimento, che si insinuavano nelle fessure, a ricordarci che raccolto deludente eravamo.
Soluzioni e mistero
In un giallo però il piacere arriva tutto dalla storia. L’enigma deve essere risolvibile, la soluzione nascosta ma visibile. La villa dei Darker è fatta apposta per giocare con il lettore. C’è una timbratrice all’ingresso che marca chi entra e chi esce per una bizzarra tradizione della proprietaria. Ci sono orologi di tutti i tipi che rintoccano a ogni ora. C’è una lavagna che cancella via via i nomi dei deceduti. Ci sono nastri ritrovati e storie che vengono riportate a galla. Così morte dopo morte, il ventaglio di potenziali killer si riduce. L’autrice ci butta addosso un paio di sospetti, e ci possiamo fidare di lei oppure dubitarne. Qualche ipotesi la possiamo anche azzeccare, ma nelle storie scritte bene il lettore rincorre sempre. È una lezione che non scorderò mai, uscì dalla bocca di Giulio Milani scrittore ed editore per Transeuropa Edizioni. Il lavoro dello scrittore è quello di essere sempre due passi avanti al lettore. E Alice Feeney ci riesce, perché per quanto esatto possano essere le nostre soluzioni ce ne sarà comunque una più grossa. Non fa che ripetercelo in tutti i modi, eppure non vogliamo dargli ascolto, tanto che nel momento della rivelazione un “possibile che non me ne sono mai accorto?” ci costringe a tornare indietro per tutto il romanzo. E ovviamente ha ragione lei.
Dobbiamo tutti scendere a compromesso tra le idee in cui ci possiamo permettere di vivere e quelle che speriamo di abitare.
“L’eredità di Daisy Darker” di Alice Feeney, Timecrime, 2024. Malditesto.