Libri in pillole

“Ninfee nere” di Michel Bussi: recensione libro

Giverny è un piccolo paesino situato in Normandia, famoso perché vi dimorò Claude Monet trascorrendo gran parte della sua vita a dipingere ninfee. Un luogo impregnato di arte, dove tutto gira intorno alla pittura e all’eredità lasciata da uno dei padri dell’impressionismo francese. Èd è proprio qui che si svolge la narrazione di Ninfee Nere di Michel Bussi.

La tranquillità del paesino viene sconvolta dall’omicidio di un uomo: il neo arrivato ispettore Serenac sarà l’incaricato di svolgere le indagini insieme al suo collega Sylvio. La loro ricerca del colpevole si intreccia così con la storia di tre donne: una bambina di 11 anni, Fanette, che si divide tra la scuola e la pittura; un’affascinante maestra delle elementari, Stephanie, che nonostante sia sposata con Jacques viene corteggiata da diversi uomini; un’anziana che vive nel vecchio mulino che troneggia sul paesino, posizione da cui può osservare tutto ciò che accade a Giverny.


Ninfee nere è un intreccio narrativo sorprendente, in cui il lettore non riesce ad anticipare quello che succederà nelle pagine successive, fino allo scioglimento finale. Uno stile fluido, in cui le descrizioni contribuiscono a costruire la scenografia dove si realizza la storia: un giallo appassionante legato indissolubilmente al mondo dell’arte.

“Ninfee nere” di Michel Bussi, edizioni E/O. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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