Ho sempre trovato interessante l’etimologia di una parola a me molto cara come nostalgia, termine composto che deriva dal greco “νόστος”, ritorno, e “άλγος”, dolore, e che dunque si può tradurre letteralmente in “dolore del ritorno”. Definizione forte, questa, perché la nostalgia, per me, è uno stato d’animo prezioso, che consente di dare valore a ciò che si è vissuto collocandolo in uno spazio custodito, dove ci si può rifugiare quando si è alla ricerca di un porto sicuro. Un non luogo accogliente, insomma, che presuppone effettivamente anche una parte di dolore, ma un dolore morbido, soffice, tenero, che sa accarezzare e consolare.
Ricordare è un atto prezioso, che ci consente di ritenere ciò che abbiamo imparato e di procedere spediti verso il futuro. Ricordare significa avere radici, coltivarle, rimanerci aggrappati mentre si esplorano nuovi spazi e nuovo mondi. Ed è quello che fa Andrea Malabaila con il suo Lungomare nostalgia, romanzo in cui ripercorre il suo passato a partire da una figura specifica: il nonno.
Una storia che si snoda su due piani temporali diversi: quello relativo alla gioventù di nonno Atà, vissuta a partire dall’epoca della guerra, e quello contemporaneo, in cui l’autore deve fare i conti con una perdita che inevitabilmente lascia il segno. Ed è da qui che comincia il ricordo, necessario per far sì che ciò che per noi è prezioso non evapori con il passare del tempo.
“Quando ero piccolo avevo tre generazioni prima di me che mi proteggevano come tre strati di coperte. Fino a ieri erano due. Adesso, prima di me, sono rimasti solo i miei genitori. Un pezzo alla volta siamo tutti destinati ad andarcene, a lasciare vuoti che ci illudiamo di poter colmare. Ma quei vuoti sono abissi da cui possiamo al massimo allontanarci un po’ alla volta. Fare finta che non esistano. Dimenticarli”.
Lungomare nostalgia è un romanzo a forma di scrigno, al cui interno sono conservati ricordi della vita del nonno ed esperienze che l’autore ha condiviso con lui, in una duplice ricostruzione che sovrappone vicende personali ai cambiamenti sociali ed economici che hanno gradualmente portato all’evoluzione dell’Italia dagli anni ’40 a oggi.
“Sono tornato al mare perché voglio creare nuovi ricordi e non fermarmi nel limbo di un passato che non tornerà. Lo so, la strada sarà lunga e avrà un sacco di deviazioni e ostacoli che mi obbligheranno a tornare indietro. Ma prima o poi andrò avanti, perché la vita si basa proprio su questi difetti della memoria: ciò che sembra insuperabile a poco a poco perde i contorni e assume la consistenza della filigrana”.
“Lungomare nostalgia” di Andrea Malabaila, edizioni Spartaco. Libri in Pillole.