“Fino all’ultima sera” di Pier Francesco Nesti, il valore dell’attesa
Ci sono luoghi del cuore che sono impressi nella nostra memoria. In essi ci “sentiamo a casa”. È una sensazione speciale in cui si è in armonia con sé stessi e con il mondo circostante. Con i loro colori, profumi e suoni, quei luoghi ci ammaliano e ci chiamano a sé per poter vivere in essi emozioni speciali ed esperienze significative.
È ciò che accade a Duccio, il protagonista di “Fino all’ultima sera” del giornalista Pier Francesco Nesti, edito da Rossini, ogni volta che torna a Prato allo Stelvio, immersa in un ambiente suggestivo. Il suo è un appuntamento fisso per ogni anno. Sin da piccolo Duccio trascorre le sue vacanze in questo meraviglioso posto tanto da non poterne più fare a meno. Alloggiando allo Zentral Hotel di Prato allo Stelvio, Duccio ha imparato a conoscere tradizioni, abitudini e storie della gente del posto con la quale sono nate delle amicizie significative caratterizzate dal confronto, il rispetto reciproco e la condivisione di esperienze.
Dall’anno precedente per Duccio tornare al Zentral Hotel ha acquisito ancora più valore e significato perché lì ha conosciuto Martina, una delle cameriere, di origini pugliesi. Molto più giovane di lui, gentile, vitale e solare Martina ha lasciato il segno nel cuore e nella mente di Duccio. Nonostante le ferie siano quasi terminate, Duccio decide di ritornare a Prato allo Stelvio per rincontrarla e capire meglio se quello che prova per lei è corrisposto o meno. Al suo arrivo a destinazione scoprirà che Martina è tornata per un periodo in Puglia dalla sua famiglia.
L’attesa come fonte di ispirazione
Nell’attesa del suo ritorno, Duccio deciderà di trascorrere un mese in questa località di montagna a lui tanto cara per fare chiarezza nei suoi pensieri, mettersi ancora in gioco con un nuovo lavoro da svolgere e per uscire una volta per tutte da quella comfort zone che non gli consente di evolvere professionalmente e umanamente parlando. Nel periodo trascorso in montagna i sentimenti nei confronti di Martina si intensificheranno sino a condurlo verso la giusta direzione da far prendere alla sua vita.
“Fino all’ultima sera” di Pier Francesco Nesti cala il lettore in una dimensione in cui l’attesa regna sovrana. È un’attesa funzionale che si nutre di desiderio e speranza. In essa Duccio si ritrova a riflettere su quanto sia importante per il proprio percorso evolutivo uscire dalla comfort zone per abbracciare a pieno il cambiamento tanto agognato.
Gli incontri attesi che lasciano il segno
Numerosi sono gli interrogativi che Pier Francesco Nesti solleva nell’animo del lettore con questo romanzo che si legge tutto d’un fiato. Uno di questi è “Quanto si è disposti a rischiare e osare per amore!?!” La storia tra Duccio e Martina è un tributo agli incontri speciali, quelli che ci aiutano a trovare la giusta direzione quando ci si sente smarriti o in preda a dubbi ed incertezze. È difficile non affezionarsi a Duccio, ritrovarsi a tifare per lui mentre attende il ritorno di Martina.
Questo libro ci insegna che le cose più belle sono quelle che si fanno attendere perché l’attesa ci connette con i desideri e i sogni più autentici contribuendo a rendere la propria vita ricca di significati e valore inedito. Un libro che consiglio a chi crede negli incontri speciali, a chi non ha mai smesso di attendere l’arrivo di qualcosa o qualcuno di memorabile con fiducia e perseveranza, a chi ha il coraggio di cambiare e affrontare l’ignoto per arricchire il proprio bagaglio emozionale.
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“Fino all’ultima sera” di Pier Francesco Nesti, Rossini Editore, La vita raccontata