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“Il canto della fortuna” di Chiara Bianchi: la storia di Angelo Rizzoli

Chi conosce la miseria vive soprattutto la fame del riscatto. Non avendo niente non ha nulla da perdere, per questo si spinge oltre con i sogni. Vede chiaramente quello che potrebbe diventare, ciò che potrebbe creare. Riuscirci diventa un obiettivo, un punto di partenza per cambiare vita.

Le aspettative, basate su un asse di lavoro costante, sono forgiate da sacrifici, da impegno quotidiano, per realizzare qualcosa di solido e di proprio. Il futuro si costruisce con le idee e con la tenacia che infiamma l’animo pur di mettere in piedi i propri sogni. La fortuna ha il colore della felicità, la conquista il sapore delle soddisfazioni. I traguardi non sono mai facili da raggiungere. Certo, bisogna essere capaci. Avere fiuto, intuito. Essere lungimiranti, galoppare sul dorso della sfida, non lasciarsi impressionare dalle cadute. I rischi possono essere molteplici, ma l’ambizione è la qualità essenziale per costruire il proprio avvenire. Occorrono coraggio e tanta forza per costruirsi da soli. I confini tra il niente e il desiderio di avere qualcosa per sé restringono la prospettiva di farcela. Si punta lo sguardo sulle mancanze per recuperare tutto il resto, soprattutto quello che si potrebbe avere con la fatica del proprio lavoro. All’inizio non si è nessuno e può accadere di diventare qualcuno. Basta volerlo, veramente.

In Il canto della fortuna di Chiara Bianchi conosci la storia di Angelo Rizzoli, fondatore dell’omonima casa editrice. Milano, fine Ottocento. Angelo Rizzoli conosce la miseria più cruda. A otto anni entra in un orfanotrofio assistenziale, il Martinitt. Il funzionario che  lo registra scrive: “Una vita di stenti”. Lui “è il numero 412 ricamato su camicie, calze, mutande, su tutto”. Angelo prende la licenza elementare e va a lavorare nella bottega di un orafo. Non fa per lui. Poi, la fortuna. Quasi per caso, si propone ad un tipografo. È attratto dal profumo dell’inchiostro, dai caratteri ordinati nei cassetti dei compositori. Ha trovato il suo mestiere. Da tipografo, Angelo Rizzoli diventa editore. Costruisce un patrimonio, diventa ricchissimo. È il re, il commendatore, delle riviste, dei libri, del cinema. È anche il patriarca di una famiglia che ha costruito un impero.

Il romanzo è strepitoso. La storia è affascinante in ogni suo aspetto. La narrazione è magistrale. La personalità di Angelo Rizzoli è tracciata in modo così dirompente che il lettore riesce benissimo a sentire la sua voce. È molto brava, Chiara Bianchi.

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“Il canto della fortuna” di Chiara Bianchi, edizioni Rizzoli.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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