A Garamond Type

“Avere tutto” di Marco Missiroli: recensione libro

La potenza di AVERE TUTTO, l’ultimo romanzo di Marco Missiroli, è racchiusa in una parola: sottrazione. Togliere, affinare la scrittura mai come in questo romanzo ha la capacità di aggiungere spessore e forza al racconto del rapporto tra un padre e un figlio, che come ballerini si scambiano talvolta di ruolo, tra silenzi e verità raccontate con un pudore sempre schietto, alla ricerca di un’intimità che molto spesso in una vita intera non si raggiunge mai.

Le presenze

Un figlio, Sandro, dipendente dal gioco d’azzardo, che torna nella sua Rimini, che è luogo, lingua, donna.

Un padre, Nando, che è Cura, con il suo ballo, i suoi animali di pietra, il suo orto.

L’assenza di Caterina, la madre, che è presenza costante.

Milano sullo sfondo, là dove «non c’è mica l’Adriatico», «Milano e il cemento che cambia i figli».

Nel mezzo della vita, avere tutto

Sandro è nel mezzo della vita, e non è felice mai. Fa il gioco a suo padre, e poi ai suoi amici, li invita a pensare a quello che desiderano e dà loro la possibilità di ottenerlo: dove saresti con un milione di euro in più e tanti anni in meno? Leggendo, è inevitabile fermarsi, chiudere gli occhi, e chiedercelo. Dove?

Nando si distrae, abbozza, ma sa che l’invidia del figlio non è avere chissà cosa, bensì è avere tutto, boiate comprese.

Amaracmànd

Un libro accorato, pagine che mi si sono incollate addosso e mi sono risuonate per il mio dolore e la mia nostalgia. Per i ricordi di Sandro, e i miei. Così, ho fatto mio quel foglietto scritto da Nando, che piegato in quattro esce da un mazzo di carte: «Amaracmànd, Sandrin.»

«All’una e mezza di notte esco di casa. L’incrocio di via Magellano e via Mengoni è sotto il cono del lampione e il freddo dà l’argento al selciato. Il punto esatto in cui Walter e Lele mi hanno lasciato dopo Pennabilli. Essere tenuto a bada da loro. E da Bibi, don Paolo, dai morti, dalla Romagna, il cielo è ardesia e i brandelli di nubi lo striano, l’inverno è pronto.»

Avere tutto” di Marco MissiroliEinaudi editore. A Garamond Type.

Laura Busnelli

Commercialista “pentita”, ho maturato anche un’esperienza pluriennale in Sony. Lettrice appassionata e tuttologa, all’alba dei quarant’anni mi sono scoperta scrittrice, dopo essermi occupata di correzione bozze ed editing. Sono stata una libraia indipendente per tre anni, saltuariamente faccio ancora incontrare libri e lettori con grande gioia. Operatrice culturale, modero spesso eventi e racconto il mondo dei libri anche online, tengo una rubrica su libri a tema animali su RadioBau & Co. (web radio del gruppo Mediaset) e collaboro con l'associazione culturale "Librai in corso" nell’organizzazione di eventi e in corsi a tema. La mia rubrica qui si chiama "A Garamond Type" perché il Garamond è il carattere adottato per quasi tutti i libri italiani e Type sta sia per carattere, font, sia per tizio. E la tizia sarei io.

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