Libri in pillole

“Domani nella battaglia pensa a me” di Javier Marías: recensione libro

C’è un’immagine che mi è venuta in mente mentre leggevo Domani nella battaglia pensa a me di Javier Marías: un labirinto. Ma non un labirinto di specchi, nemmeno uno di quelli costruiti con verdi e rigogliosi cespugli: piuttosto un labirinto di gommapiuma, dove le pareti ti fanno rimbalzare da una parte all’altra facendoti perdere l’equilibrio, dove ai lunghi tunnel semibui si alternano precipizi nei quali si scivola a fatica percependo la porosità delle pareti, che tuttavia attutiscono la caduta per farti ritrovare di nuovi in piedi e permetterti di ricominciare a camminare alla ricerca dell’uscita.

Un labirinto complesso, insomma, come complessa è la trama di questo intrigante romanzo dell’autore spagnolo, che si apre con una frase già di per sé scioccante: “Nessuno pensa mai che potrebbe ritrovarsi con una morta tra le braccia e non rivedere mai più il viso di cui ricorda il nome”. Perché è da qui che comincia la narrazione, che ci introduce in una storia misteriosa: la morte di una donna tra le braccia di un uomo, Victor, al loro primo appuntamento.

È questo il primo capo di una matassa intricata, che va via via attorcigliandosi su se stessa in una narrazione che pone al centro dell’attenzione una lunga riflessione sulla percezione della realtà, sugli eventi casuali della vita, che si sovrappongono, si incrociano, si distanziano, e pongono lungo il cammino una serie di interrogativi che creano dubbi, perplessità, soste obbligate, necessarie per venire a capo di enigmi articolati da risolvere per ritrovare equilibrio e riprendere il cammino. Un labirinto, appunto, di considerazioni, di valutazioni, di calcoli su ciò che vediamo o crediamo di vedere, su ciò che viviamo o crediamo di vivere, su ciò che sperimentiamo o crediamo di sperimentare. Perché l’altra faccia della realtà è l’inganno, o meglio, la parzialità di ciò che ci sembra evidente ma che non lo è affatto in quanto visione soggettiva, personale, dunque non universale. Il romanzo diventa così un intreccio quasi infinito tra pensieri e un’azione leggera, morbida, utile più che altro a costruire la riflessione, a concentrarsi sulla ricerca di una soluzione che possa dipanare la matassa e rimettere in ordine gli elementi che hanno costituito l’esperienza, vale a dire di ciò che abbiamo vissuto.

E poi c’è la memoria, collante indispensabile per ricostruire, per richiamare al presente parti di sensazioni, emozioni, cose, memoria nella quale si cerca rifugio quando i contorni della realtà si fanno sfocati, ma che non può garantire certezza, perché per sua propria natura tende a dissolversi, a confondersi, a perdere di forza, rispedendo quasi con violenza in un presente concreto, duro, che richiede impegno e concentrazione per essere capito, metabolizzato, naturalmente vissuto appieno.

“Che disgrazia sapere qual è il tuo nome anche se ormai non conoscerò il tuo volto domani, il volto che smettiamo di vedere un giorno si metterà a tradirsi e a tradirci nel tempo che gli appartiene e che gli rimane, andrà discostandosi dall’immagine in cui lo abbiamo fissato per condurre la propria vita nella nostra volontaria o infelice assenza. Quello di coloro che sono scomparsi del tutto perché non li abbiamo trattenuti o sono morti si andrà annuvolando nella nostra memoria che non è una facoltà visiva, anche se a volte ci inganniamo e crediamo di vedere ancora quello che non abbiamo più davanti a noi e lo evochiamo soltanto avvolto nelle brune, l’occhio interiore o della mente si chiama quella figura indistinta dei nostri miraggi o del nostro rimpianto, o a volte della nostra maledizione”.

Nella battaglia pensa a me è un libro misterioso, disturbante, che si caratterizza per uno stile ansiogeno, con lunghe digressioni che tolgono il respiro e invitano alla contemplazione e alla riflessione. È pertanto un romanzo da leggere con grande calma, che va seguito coi suoi ritmi, con le sue pause, anche perché Marías adotta una prosa elegante, ricercata, precisa, che va assaporata, degustata, apprezzata, mantenendo sempre alta la concentrazione.

“Domani nella battaglia pensa a me” di Javier Marías, edizioni Einaudi. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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