Alla scoperta dell’est: Orientalia Editrice [Video]

Una casa editrice indipendente che nasce dalla libreria Orientalia, sorta a sua volta per necessità e passione: al Salone del Libro di Torino 2021, The BookAdvisor ha potuto intervistare per voi Palmira Pregnolato che, insieme ad Andrea Marcelloni, gestisce dal 2010 la casa editrice Orientalia Editrice, specializzata in orientalistica.
Intervista a Palmira Pregnolato di Orientalia Editrice
Sinossi di alcuni libri del catalogo Orientalia Editrice consigliati da Palmira e Andrea
Durante l’intervista, Palmira e Andrea ci hanno consigliato alcuni libri; di alcuni di questi, trovate le sinossi di seguito (per i restanti libri dell’interessantissimo catalogo di Orientalia Editrice, il nostro consiglio è di andare a dare loro un’occhiata direttamente sul loro sito!).
“L’epoca dei tatuaggi” di Su Tong
Cina del sud, metà degli anni ‘70, i ragazzini di via Xiangchunshu cercano disperatamente di emergere dalle difficoltà della vita quotidiana che affrontano nella quasi completa assenza degli adulti. Attraverso le loro storie, intrise di violenza e brutalità, Su Tong trasporta il lettore negli anni terribili della Rivoluzione culturale che, sebbene mai menzionata, rimane la ragione implicita del crollo dei codici morali di un’intera generazione.
Cinque splendidi racconti inediti di uno dei più importanti scrittori cinesi contemporanei presentati per la prima volta in una raccolta:
– L’epoca dei tatuaggi
– I fratelli Shu
– Banda autonoma
– La scena del crimine
– Diario di agosto
“Palle imperiali” di Feng Tang
Quattro racconti collegati tra loro, quattro storie irriverenti e dalle tinte spiccatamente postmoderne in cui il passato si confonde con il presente e il futuro, il sogno con la realtà, il volgare con il raffinato, le pulsioni sessuali con l’occhio clinico.
Tra storia, oscenità, fantascienza e noir, Feng Tang sollecita il lettore ad una continua interpretazione degli avvenimenti narrati, fino all’ultima riga.
“Il quaderno di Verbiest” di Isaia Iannaccone
Sono queste le prime righe di un diario che Verbiest appunta su un quadernuccio sbrindellato, pagine in cui si rincorrono presente e passato in una nube di avvenimenti tragici e di interrogativi dilanianti. Costretto dall’imperatore Kangxi a rientrare a Pechino da solo e lungo un itinerario sconosciuto e pericoloso, il missionario gesuita troverà rifugio in un accampamento – o villaggio che dir si voglia – dove sarà suo malgrado testimone di efferati omicidi. Tra il tormento per l’imperdonabile errore che lo ha portato in quella disgraziata situazione e il terrore verso un popolo di cui parla la lingua ma che fatica a comprendere, tenterà di farsi accettare cominciando a raccontare storie di mirabolanti imprese. Dopo “L’amico di Galileo” e “Il sipario di giada”, “Il quaderno di Verbiest” chiude la trilogia dedicata ai missionari gesuiti in Cina da Isaia Iannaccone.
“Rosa rosa amore mio” di Wang Zhenhe
La prospettiva di spillare dollari ai soldati accende la cupidigia di un gruppo raccogliticcio di magnaccia e tenutarie di bordelli che si affidano ad un ampolloso professore d’inglese per organizzare un corso di formazione per bargirls.
Scopo iniziale del corso è di insegnare una trentina di frasi d’inglese che potrebbero tornare utili alle intrattenitrici, ma ben presto il professore si lascerà prendere la mano. Animato da un anelito patriottico e moralizzante, portatore di antichi valori asserviti al più vile degli scopi, il protagonista aggiungerà man mano alle lezioni di lingua anche quelle di danza, canto, etichetta internazionale, trucco ed estetica, introduzione alla cultura americana, profilo della civiltà classica, igiene fisiologica, questioni legali, nozioni dell’arte della mescita di alcolici e tecniche di preghiera protestante, dando vita ad una serie di situazioni paradossali ed esilaranti. Questo adattamento del romanzo mantiene la vivacità e la forza espressiva dell’originale.