Interviste

“L’amore inutile” di Gianfranco di Fiore, Wojtek edizioni: intervista a Ciro Marino, fondatore della casa editrice

Parlare di libri è parlare d’amore. Con un buon libro è possibile farlo in modo intenso, diverso e coinvolgente e a spiegarcelo è Ciro Marino, editor e fondatore di Wojtek edizioni.

Lo abbiamo incontrato durante l’ultima edizione di Napoli Città Libro, occasione perfetta per continuare il viaggio di The Bookadvisor nel mondo dell’editoria. 

“L’amore inutile” di Gianfranco Di Fiore non è solo uno degli ultimi importanti testi targati Wojtek edizioni, ma anche il libro che ha portato la casa editrice napoletana nella lista degli 80 libri proposti per il Premio Strega 2023. Apprezzato e consigliato da Valeria Parrella, il testo non è finito in dozzina ma rimane comunque un riferimento importante per raccontare di Wojtek e del suo progetto editoriale. 

Ho conosciuto Gianfranco Di Fiore quando pubblicò, per 66thand2nd, “Quando sarai nel vento”. Mi innamorai follemente della sua scrittura e ho subito pensato fosse tra gli autori più importanti del panorama italiano. – ci racconta Ciro Marino – Quindi ho iniziato a corteggiarlo fin quando non ha ceduto alle mie insistenze e devo dire che il lavoro che abbiamo fatto assieme è importante. Il suo libro si caratterizza per una lingua che è incredibilmente poetica e mai banale, per una struttura romanzesca che non guarda a quei tecnicismi che di solito si trovano nei romanzi italiani.

Parlare de L’amore inutile diventa quindi occasione perfetta per raccontare quel che fa Wojtek e come si struttura il suo lavoro.

Il resto dei libri nostri  – continua infatti Marino – fondamentalmente cerca questo: una lingua che sia formata, dove si riesca a sentire l’autore o l’autrice che c’è dietro. Questo è quello che ci interessa di più soprattutto per quanto riguarda la nostra collana di italiani Orso Bruno. Per quanto riguarda invece le altre due collane c’è Ostranenie, che è saggistica letteraria e per cui abbiamo pubblicato tre libri di tre autori giganteschi; poi abbiamo Orso Bruno, la collana di narrativa straniera dove spaziamo tra numerosi autori importanti. Sono estremamente fiero dei libri che abbiamo fatto e oramai da tempo arrivano riconoscimenti come lo Strega o il Campiello.

l amore inutile di gianfranco fiore

Wojtek quindi, con un progetto definito e curato nel dettaglio, dimostra già una riconoscibilità e un valore degni della grande editoria. Ma perchè, allora, L’amore inutile non è riuscito a entrare nella famosa dozzina del Premio Strega 2023?

Io personalmente ci ho creduto parecchio ma sappiamo che è difficile, che è un gioco per pochi, ma lo dico senza invidie. – sottolinea l’editore – E’ così e lo si sa. Noi ce l’abbiamo messa tutta, con un autore oramai noto e anche proposto da Valeria Parrella.

Quest’anno la quota indipendenti è piccolina ma ben rappresentata, penso ad esempio che quello di Gian Marco Griffi sia un bellissimo libro.

Io però penso – continua Marino – che per quanto riguarda la letteratura italiana contemporanea, soprattutto in relazione a questi premi, sia arrivato il momento di dare una smossa. Credo che la letteratura italiana stia andando da tutt’altra parte, quella vera che rimarrà intendo. Credo ci sia un distaccamento dal gusto del lettore forte e la direzione che continuano a prendere questi premi. Sappiamo tutti che i fattori sono anche altri ma è un gioco che conosciamo e se ci partecipi stai a quelle regole. Ma ci riproveremo.

L’enfasi che Marino, come la maggior parte dei piccoli editori, mette sul concetto di autorialità fa spesso pensare che ad oggi agli autori emergenti, ma anche a quelli più noti, possa convenire di più pubblicare con le piccole e medie Case Editrici. Queste infatti, spinte dalla voglia di dare una direzione diversa alla letteratura e all’editoria, tendono a dare grande importanza e enfasi a tutto ciò che scelgono di pubblicare, spesso trovando il modo giusto per arrivare al lettore.

Quanto ciò sia vero ce lo conferma proprio Ciro Marino, che alla domanda diretta risponde che si, è senza dubbio vero, è incontrovertibile. Per quei giochi di mercato per cui un libro dura due/tre mesi e perchè è chiaro che una casa editrice piccola punti tutto sui pochi libri che pubblica rispetto a chi ne pubblica 300. Tant’è che ci sono tanti autori che approdano alle grandi case editrici per poi tornare indietro a pubblicare con editori che possono dedicargli più lavoro e più attenzione. Non è però corretto pensare che basta essere indipendenti e piccoli per essere di qualità.

Ma Wojtek, per essere davvero di qualità, come sceglie i suoi libri?

Noi siamo in sei e tutti leggiamo i libri che pubblichiamo. Abbiamo una fortuna che comincia ad essere una sfortuna, cioè che ci arrivano un sacco di cose belle, bellissime. Abbiamo rifiutato cose che ci sono piaciute tanto, ma dovendo scegliere quei 6,7 o 8 libri l’anno siamo costretti anche a lasciare fuori cose che ci piacciono.

Li scegliamo fondamentalmente tramite il nostro gusto personale, nessuno dei nostri autori viene pubblicato perchè è noto, perchè ha tanti followers o perchè ha partecipato a qualcosa. Sono tutti libri scelti per la qualità del testo e basta. Sembra banale ma è così. Ci è anche capitato di rifiutare nomi noti. Un esempio di scelta vincente è un libro come quello di Andrea Betti, che ora è stato presentato al Campiello dalla giuria di qualità: lui è un autore sconosciuto ai più eppure chiunque l’abbia letto se ne è innamorato e questo vale per molti nostri autori. Io pongo una sfida ai lettori: si può pescare a caso dal nostro catalogo e ci si troverà sempre in mano libri di qualità, curati fino a ogni virgola. Poi è chiaro che ancora esiste per fortuna il gusto del lettore, ma sono molto sicuro dei libri che pubblichiamo perchè ci lavoriamo tanto, li scegliamo con attenzione perchè leggiamo tutto quello che ci arriva.

Tra i libri che i fondatori di Wojtek hanno quindi letto a fondo e scelto c’è quello di Gianfranco Di Fiore, su cui torniamo per indagare su come sia possibile parlare ancora d’amore senza finire nel calderone dei tanti romanzi d’amore di cui forse molti lettori sono anche stanchi.

Ciro Marino insiste sulla particolarità de L’amore inutile: qui c’è amore e disamore. Non so neanche se è davvero un libro che parla d’amore, è sicuramente un libro che parla di un amore inutile. Ma poi non c’è niente di male che un libro parli d’amore, ma quello che mi ha colpito di questo – e sono stato il primo a leggerlo – è stato il fatto che questi due personaggi non abbiano un nome quindi siano avvolti da una opacità anche dei volti, delle cose che li circondano. Si tratta di un libro cupo, durissimo e che non ti lascia indifferente. Tocca delle corde che nessuno ha mai toccato e lo fa con una poetica clamorosa. Non è tanto di cosa parla ma è il come viene scritto.

L’amore inutile è quindi solo un libro da leggere. Ma, visto che questo testo non può, chi vincerà il premio Strega 2023? Ciro Marino crede quest’anno tocci a Rossella Pastorino, ma non nasconde la sua particolare predilezione per Gian Marco Griffi e Carmen Verde.

Bonus track.

Per questo editore è stato complesso scegliere un libro da consigliarci, quindi si è buttato sulla nuova uscita: “Atto di dolore” di Antonio Gurrado.

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Interviste

Francesca Romana Cicolella

Giornalista. Nata con una sola passione, cresciuta - per fortuna - a pane e giornalismo. Leggo tanto, scrivo il giusto. Non sono logorroica, ma se scrivo roba lunga vuol dire che ho voglia di parlarne.

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