Dream Book

“Aratro ritorto” di Itamar Vieira Junior: recensione libro

Una lingua vuota, spenta, si accompagna agli sguardi. Sono gli occhi a parlare per suo conto. Gli occhi ed i gesti vanno in soccorso dei senzalingua. Quando il silenzio scende perenne in alcune bocche apre un varco attraverso le iridi e le mani pur di non far fallire una storia che palpita di vita.

Senti ribollirti l’anima per non riuscire a parlare soprattutto quando l’hai fatto sino ad un certo punto e poi niente. Le parole non ti appartengono più, restano ammucchiate in testa. Si fanno spazio per uscire, ma si stoppano perché trovano marmo sulla lingua fatta di lapide. La vita, il destino, hanno voluto così. Quando cade lo scuro sulla lingua devi impararne un’altra. Devi aiutarti e che ti è accanto ti tenderà lo sguardo per cogliere il linguaggio della tua nuova esistenza. All’inizio non sarà facile, né per te né per gli altri. Poi sarai padrona di te stessa e quella menomazione fatta di lettere, di suoni, non la riconosci più come tale. Sei un’altra, con un’altra lingua.

In Aratro ritorto di Itamar Vieira Junior vivi due vite, quelle di due sorelle che diventano l’una la voce dell’altra. Una delle due perde la lingua. Un taglio netto con il coltello della nonna, che teneva avvolto in una stoffa sporca e nascosto in valigia, recide la normalità. La menomazione le fa partire dapprincipio, anche nei sentimenti che con il tempo cambiano. Sorgono la gelosia e la rivalità. Però si capiscono più e meglio di prima anche se sceglieranno due strade diverse.

Coinvolgente la storia. Efficace la scrittura che non risente di sbavature. La narrazione è ben costruita e il romanzo conquista.

“Aratro ritorto” di Itamar Vieira Junior edizioni Tuga. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio