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“La fabbrica di Iolanda” di Alessandra Iannotta: recensione libro

Questo libro ha per protagonista una bambina di nove anni di nome Iolanda che, essendo bloccata in casa dal Coronavirus, riesce a liberarsi dalla sua morsa scrivendo un diario.

Secondo l’autrice, la poetessa e scrittrice Alessandra Iannotta, tornare ad essere bambini è il miglior modo per continuare a vivere “mi sembra che il mondo sia entrato in una grande bolla sospesa in aria e che per entrare al suo interno gli adulti siano tornati ad essere bambini” e per vincere il Virus non “devono ritornare tutti ad essere bambini ?“ (p.36). Naturalmente ognuno torna ad essere bambino a suo modo “il mio papà ha lasciato a terra chili di pensieri e così è riuscito ad entrate nella bolla” (p.17), mentre la mamma “sa ridere e non deve diventare più leggera per entrare al suo interno” (p.17).

Il ritorno ad essere bambini è innanzitutto una riconquista degli affetti primigeni della casa in cui “regna l’amore” (p. 10) e cioè quello della mamma che “è davvero fantastica, lei sa tutto e sorride sempre”, della sorella Agnese che “mi ha abbracciata e per la prima volta in quindici anni della sua vita, mi ha dato ragione” (p.12), del nonno Enrico i cui occhi profondi le “trasmettono sempre un senso di pace e di dolcezza” ed ha “uno sguardo carico di gioia contagiosa” (p.23).

I bambini però hanno una virtù speciale che non hanno più gli adulti e cioè la capacità di sognare, ed è questa capacità di sognare che consente a Iolanda di confrontarsi con il Virus.

Ecco quindi che Iolanda inizia a costruire una fabbrica di cioccolato (p.7) dotata di più piani di cui “ogni piano avrà un colore diverso e in ciascuno di loro ci sarà un tesoro nascosto dietro una poesia”, ma “solo chi riuscirà a capire il significato della poesia potrà salire al piano superiore” (p.25), invitando il Virus a giocare con Lei.

Le poesie che Iolanda meticolosamente trascrive nel suo diario diventano dunque la chiave di accesso ai tesori della fabbrica di cioccolato e soltanto comprendendone il significato si potrà accedere al tesoro del piano superiore.

Giorno dopo giorno Iolanda, sfidando il Virus, costruisce i piani della fabbrica di cioccolato in una fantasmagoria di colori. Nel primo piano giallo oro pianterà “migliaia di alberi e così ci sarà ovunque il profumo inconfondibile dei loro fiori”, nel secondo piano blu e rosso pianterà “tantissimi campi di fragole e migliaia di piante di mirtilli”, nel terzo piano tutto arancione pianterà “un grandissimo aranceto e migliaia di alberi di albicocche” e nel quarto piano “dipingerà un gigantesco arcobaleno”, dove “ci sarà il viola, il giallo, il celeste e l’arancione” (p.33).

I piani della fabbrica di cioccolato costituiscono anche la porta di accesso ad altri mondi. Ed infatti il decimo piano avrà la forma del sole ed “ogni raggio sarà una strada che condurrà in un luogo fantastico …nel passato o nel futuro” (p.44), mentre il dodicesimo piano tutto blu conterrà le onde e tante barche di cioccolato che salperanno per una destinazione diversa (p.48). Purtroppo Iolanda quando ad un certo punto per la cattiveria del Virus si ritrova sempre più chiusa in casa e a malapena può portare i cagnolini a spasso decide di chiudere la fabbrica che ha costruito. Tuttavia lo sconforto dura solo il tempo di un battito di ciglia in quanto Iolanda decide di “costruire una nuova fabbrica … ancora più bella di quella precedente” (p.53) seguendo le stesse regole.

Questa nuova fabbrica in ogni suo piano ospita tanti oggetti “pentole magiche per fare il cioccolato” (p.56) “aerei magici tutti fermi pronti a partire” (p.57), “tantissime culle” (p.61), “due grandissimi tavoli da disegno” (p.62), “una fantastica biblioteca” (p.64), “un treno lunghissimo con tanti vagoni” per gli adulti (p.65).

Ognuno di noi avrà cercato, nel corso della recente pandemia, di fare tesoro dell’esperienza che ha vissuto, riscoprendo interessi dimenticati in un tempo dilatato e sospeso, l’importanza di affetti troppo spesso dati per scontati.. Ciascuno di noi si è sentito a volte solo, a volte sconfortato…Questo bellissimo libro ci insegna che da una esperienza drammatica si può uscire solo volando con le ali della fantasia e del sogno, che è proprio del mondo dell’infanzia e dei puri, a volte dei folli, dei visionari ,dei poeti e degli artisti… È già accaduto in passato, ad esempio con i pittori e i poeti surrealisti del XX secolo, che rivendicavano l’importanza del sogno in cui le forze potenti dell’inconscio si liberano, spezzando le catene della razionalità per inseguire una libertà creativa e recuperare l’immaginazione al fine di raggiungere una vita più autentica, come quella dei bambini…Tuttavia questo percorso non può essere fatto in solitudine…Iolanda ci svela l’importanza degli affetti, l’abnegazione e l’amore per l’altro, nella consapevolezza che solo attraverso un percorso comune possiamo migliorare e dare un senso a questa nostra esistenza terrena..

Recensione a cura di Carlotta Giorgio.

Redazione

Redazione della pagina web www.thebookadvisor.it

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