Il Café Gijón è uno dei luoghi culturalmente più significativi di Madrid. Fondato verso la fine dell’800, divenne il punto di incontro degli intellettuali spagnoli, che si ritrovavano davanti a un caffè o un cognac e un sigaro per confrontarsi su politica, arte, cinema, cultura, storia, letteratura. Fu anche la casa della Generación del ’36, gruppo di scrittori che cominciò a produrre letteratura alla fine della guerra civile spagnola (1939) inaugurando la corrente letteraria del tremendismo, di cui Camilo José Cela fu il massimo esponente.
La notte che arrivai al Café Gijón di Francisco Umbral
“Le conversazioni del dopo pranzo o del dopo cena, quando i gruppo di letterati o artisti si riunivano nelle rispettive tertulias, erano l’alta marea del Café Gijón, il momento in cui erano tutti satolli di cibo, cognac, sigari, disquisizioni, politica e vanagloria. Non c’era quasi spazio per entrare e non solo perché c’era tanta gente, ma anche perché era il momento in cui la gente vi si accalcava più che a qualsiasi altra ora”.
Una narrazione non propriamente leggerissima, con diverse digressioni sui tanti letterati che frequentavano il Café Gijón, ma che combina l’interessante esperienza personale dell’autore e il suo tentativo di affermarsi in una metropoli competitiva come la Madrid degli anni ’60 con l’affascinante attività del mondo intellettuale dell’epoca, che si basava su incontri e tertulie tra letterati che condividevano tutti lo stesso obiettivo: uscire dalla mediocrità in cui versava la Spagna mediante l’istituzione di presidi culturali come il Café Gijón.
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“La notte che arrivai al Café Gijón” di Francisco Umbral, edizioni Settecolori. Libri in Pillole.