Dream Book

“Avevano spento anche la luna” di Ruta Sepetys: recensione libro

La paura ha bocche spalancate, un urlo che ingoia la vita e la sputa come un rifiuto. Il terrore ha nomi e facce. Ha anche suoni, quelli dell’artiglieria, delle bombe. Qualcuno lo scatena per fame di potere, per accecante volontà espansionistica territoriale, per folle dimostrazione di potenza su nazioni ed umanità. Golia e le formiche. La supponente altezza di uno e la laboriosità di molti da schiacciare, da eliminare.

La feroce crudeltà ha il potere di togliere tutto, all’istante. Finirci dentro equivale ad un attimo quando il respiro somiglia a un sacrificio ed il giudizio si poggia su gambe troppo molli per mantenere integro il rispetto, venduto nella zona oscura dell’imperdonabile. Non possono esserci accordi tra il male ed il bene, forse dei compromessi per uscirne integri, se tutto va come dovrebbe andare per il meglio, altrimenti si è crocifissi ad uno stato di impotenza, di sudditanza. C’è chi si batte per la propria vita, per la propria terra, mostrando forza e coraggio che nessuno riesce a piegare, neanche fame e sete. L’unico modo per salvarsi, per gridare che si è ancora vivi è attraverso la dignità ed il senso di appartenenza ad un popolo, ad un territorio. E dove non resta niente si riempirà tutto secondo coscienza, quella umana, quella buona, quella giusta.

In Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys senti il gelo della crudeltà. Lina ha appena compito quindici anni quando la polizia sovietica irrompe con violenza a casa sua, in Lituania. Il Cremlino ha emanato elenchi di persone considerate antisovietiche che sarebbero state uccise, imprigionate e deportate in schiavitù in Siberia. Lo sterminio di massa viaggia su treni senza ritorno tra le steppe russe sino all’arrivo in Siberia dove Lina, sua madre e suo fratello patiranno le più atroci sofferenze. Ma c’è qualcosa che nessuno può togliere loro, la dignità. Lina ha la forza negli occhi di osservare, conservare e di riportare tutto attraverso i disegni, l’unico modo, se c’è, per salvarsi, per raccontare, per passare informazioni. Lei si batte per la propria esistenza, perché, sebbene conosca fame, buio e freddo e sebbene tutto sia perso, intende vivere ad ogni costo.

Il romanzo è di una potenza disarmante, bellissimo. È un libro importante, scritto molto bene ed ispirato ad una storia vera. Punta i riflettori, con una storia unica e sconvolgente, su uno dei più silenziosi genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Il racconto strappa il respiro per la sua durezza e per la prosa poetica che rivela la natura miracolosa dello spirito umano.  

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“Avevano spento anche la luna” di Ruta Sepetys, edizioni Garzanti. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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