Dopo l'ultima pagina

“Scatti fuori fuoco” di Stefania Da Forno: recensione libro

Cosa succede quando non si riesce più a detestare il nostro rivale dopo averlo conosciuto?

Sorprese

“A te, che sei ancora alla ricerca del tuo posto nel mondo.”

Dopo questa delicata dedica, Stefania Da Forno ci porta in Alaska, in un ambiente reso freddo dalle macchinazioni e dall’astio nutriti da Ian, costretto a lavorare con la ventiseienne Harper, appena arrivata nella squadra organizzativa soltanto perché è una vecchia conoscenza del capo. Insieme dovranno organizzare l’inaugurazione di un lussuoso hotel.

Harper è ancora ferita per l’abbandono subito da Frank, che per lei è stato un genitore anche più presente dei suoi genitori biologici fino a che, senza spiegazioni, è partito per l’Alaska e non è più tornato. Rivederlo dopo undici anni le crea un misto di emozioni, tra cui il piacere di rivedere un volto amato, l’agitazione di volersi dimostrare all’altezza del compito richiesto e la rabbia per le spiegazioni non date e le visite non fatte di persona negli ultimi anni. Harper ora è una organizzatrice di eventi realizzata, tuttavia ci sono dolori che non si dimenticano mai, capaci di riaffiorare alla vista di una semplice tazza con la scritta “Dream big”.

“Non passava certo inosservata, ma non era nemmeno così tanto ridicola. C’era il mio elefantino preferito che sorrideva felice e la scritta Dream Big. Frank me lo ripeteva sempre: «Puoi fare quello che vuoi nella vita. Non ti accontentare di essere mediocre. Sii la migliore.» Ci avevo creduto, finché non avevo lanciato e mandato in frantumi quel pezzo di porcellana sulla porta che Frank si era chiuso alle spalle.”

Frank non le aveva mai dato spiegazioni perché sarebbe stata una verità difficile da accettare e poi la scelta da prendere spettava a lui. Ora è arrivato il momento di chiudere i conti in sospeso…

“«Sembra tutto così assurdo.» «Lo è, non è che lo sembra. Ma troverai il lato positivo anche in questo. Tutto accade per una ragione, devi solo trovare la tua.»

Harper ne rimarrà spiazzata. Farà quello che ci si aspetta da lei? Fuggirà?

Impressioni

“Scatti fuori fuoco” è un titolo che può essere preso come metafora di quello che percepiamo durante la nostra vita e dal quale cerchiamo di trarre conclusioni per comprenderla: quello che vediamo sono immagini, momenti, scatti fuori fuoco, ovvero non del tutto nitidi, così che non riusciamo a distinguere con precisione tutti i dettagli. In più, la verità è che spesso non ci accorgiamo neppure che ci siano ulteriori dettagli a cui prestare attenzione, oppure gli diamo una forma che noi crediamo essere quella corretta.

Così Harper avrà modo di comprendere e metabolizzare la verità che non ha mai saputo: anche grazie a degli scatti che vedono Ian come soggetto o come autore delle fotografie.

Il prologo e l’epilogo, scritti in prima persona e dalla parte del rancoroso Ian, incorniciano 26 capitoli in cui è invece Harper a parlare e ad attirarsi l’empatia del lettore svelando i suoi sogni e le sue debolezze che decide di celare sotto una corazza di rigore e determinazione.

“Okay, la mia mente aveva preso una strada libera dove poteva fare tutto quello che voleva, esattamente come la jeep di Ian. Le ruote seguivano il movimento delle mie rotelle che avevano preso direzioni insane e infantili. Immaginare non faceva male, alla maggior parte della gente, ma a una come me, che non voleva mettersi nei casini, erano come delle sabbie mobili.”

Una lettura in generale piacevole, dall’intrigo molto interessante.

Voto: 4 stelle su 5.

“Scatti fuori fuoco” di Stefania Da Forno, Delrai Edizioni. Dopo l’ultima pagina.

Angela Maria Silecchia

Seguendo e nutrendo la mia passione per le lingue e la letteratura, mi sono laureata in Scienze del Linguaggio. Aspirante editor e traduttrice, attuale lettrice curiosa ed interessata. Non mi piace stare ferma, se non per godermi il panorama.

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